Didattica a distanza: alle superiori ormai la fanno quasi tutti. Migliora anche la qualità: 6 su 10 seguono le lezioni dei prof in diretta

Didattica a distanza: alle superiori ormai la fanno quasi tutti. Migliora anche la qualità: 6 su 10 seguono le lezioni dei prof in diretta
La scuola continua a correre per evitare che l'emergenza coronavirus comprometta l’anno scolastico. Studenti e insegnanti, di settimana in settimana, prendono sempre più confidenza con le varie forme di didattica a distanza. Secondo il nuovo report dell'Osservatorio “Scuola a distanza” di Skuola.net – elaborato intervistando oltre 26mila alunni di medie e superiori – più di 9 ragazzi su 10 svolgono regolarmente lezione da casa. Quasi tutti gli altri stanno partendo in questi giorni. Solo una sparuta minoranza dice di essere ancora in attesa di notizie. E per non far sentire lo stacco si cerca, per quanto possibile, di mantenere una parvenza di normalità: per il 44% le lezioni seguono l'orario adottato in classe e per un altro 30% si svolgono in ordine sparso, ma di mattina. Si può dunque affermare senza tema di smentita che, in meno di un mese, la scuola via web è entrata a pieno regime.

Anche i sistemi adottati dai docenti si fanno via via più evoluti. Negli ultimi sette giorni assistiamo infatti a un'ulteriore diffusione delle piattaforme per fare lezione in video-conferenza (come, ad esempio, G Suite e Microsoft Teams): ormai le usa, in media, più della metà degli alunni (59%), mentre nella precedente rilevazione si fermavano al 46%. Di conseguenza retrocedono le classi virtuali create con il registro elettronico, decisamente più basiche: solo il 27% è costretto a usare questa modalità (-8% in una settimana). Poco più di 1 su 10 - dato in ulteriore calo (dal 16% al 12%) – si limita a un confronto col docente tramite mail, chat e social network.

Stessa cosa per i contenuti della didattica online: la maggioranza degli studenti (56%) ha dei professori che tengono delle lezioni in diretta video. Qui la crescita è notevole, visto che sette giorni fa era solo il 38% ad assistere alle spiegazioni come se fosse in classe. Calano di netto, dunque, gli alunni a cui vengono solamente assegnati compiti da svolgere a distanza e da correggere assieme ai compagni: erano il 44%, oggi sono solamente il 30%. Appena il 14% non può interagire con i docenti ma riceve solo materiali di approfondimento o spiegazioni 'registrate' (anche qui, però, assistiamo a un miglioramento: -4% in una settimana). Insomma l’auspicio del ministero dell’Istruzione, espresso in una dibattuta circolare di qualche giorno fa, in realtà sta prendendo corpo nella prassi: favorire attività di vera didattica evitando la mera assegnazione di approfondimenti o compiti da svolgere in autonomia a distanza.

Va però detto che stiamo parlando di dati medi. Perché c'è un settore che ancora fa fatica a decollare. Sono le scuole medie, dove la didattica a distanza sta procedendo più a rilento. Mentre alle superiori ci si avvicina a una copertura del 100%, tra gli studenti più piccoli la diffusione dello 'smart learning' si ferma all'82%. Tradotto: per circa 1 ragazzo su 5 la scuola, dopo lo stop alla didattica frontale, non è ripartita (perlomeno come avrebbe dovuto). Ma anche laddove i disagi sono stati inferiori si continua ad arrancare: solo il 48% degli studenti delle medie accede quotidianamente alle piattaforme collaborative di ultima generazione (alle superiori sono oltre 6 su 10). Il resto si deve affidare soprattutto al registro elettronico: lo fa più di 1 su 3.

Scuole medie in sofferenza anche per quel che riguarda i programmi. Le video-lezioni raggiungono il 43% degli alunni (alle superiori ci si aggira sempre attorno al 60%). Gli altri si devono accontentare di compiti ed esercizi assegnati a distanza (38%) o di lezioni improvvisate dai singoli insegnanti (19%), comunque senza poterli vedere in video. Su un unico aspetto l'intero sistema viaggia compatto: le valutazioni. Continuano ad aumentare interrogazioni e verifiche: le ha già sostenute il 39% degli studenti intervistati, alle medie come alle superiori (in base al report precedente erano appena il 25%). La valutazione degli studenti a distanza si conferma quindi uno degli aspetti più ostici da tradurre in codici, prassi e consuetudini. Ma con la riapertura delle scuole che sembra allontanarsi e un quadrimestre che era iniziato da poche settimane, prima o poi tutti gli studenti dovranno essere valutati.

Costante, al di là delle apparenze, anche la distanza tra Nord e Sud d'Italia; non tanto sull'effettiva partenza di formule di 'smart learning', quanto sulla gestione delle lezioni. Nel Mezzogiorno stentano ancora a decollare le piattaforme più ricche di strumenti, preferendogli spesso le funzionalità avanzate del registro elettronico; così come il confronto studenti-docenti è poco interattivo e resta limitato allo scambio di esercizi. Quanto basta per non sottovalutare il problema, visto che il 30% degli studenti lamenta ancora disguidi e problemi tecnici che rendono difficoltoso il passaggio dalla didattica frontale a quella 'casalinga'. Senza tuttavia classificare questo ritardo alla voce digital divide: le scuole al Centro-Sud hanno chiuso una settimana dopo e stanno seguendo una curva evolutiva simile a quella che si era osservata nelle regioni coinvolte già nei primi giorni dell’emergenza. È lecito e auspicabile sperare che nella prossima settimana possa proseguire anche qui il trend di miglioramento della qualità della didattica a distanza.

Ultimo capitolo dedicato ai maturandi. La ministra Azzolina ha più volte ribadito che se la didattica a distanza funziona non c’è bisogno di spostare l’esame. E la situazione, a detta degli studenti, non è così disperata. Il 37% di loro è soddisfatto di come procede la preparazione (anche se il merito è attribuito soprattutto allo studio individuale). Il 48%, invece, confessa di essere andato poco avanti con i programmi ma non boccia del tutto il supporto che la scuola gli sta dando. Feedback totalmente negativo solo da parte del 15% dei maturandi: l'8% si sta limitando a ripassare le cose già spiegate in classe, il 7% al momento neanche quello.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 20 Marzo 2020, 15:43
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