Scuola Hi-Tech: telefonini in classe, chat, voti online. Ragazzi spiati da prof e genitori: «Ma così non crescono mai»

Scuola Hi-Tech: telefonini in classe, chat, voti online. Ragazzi spiati da prof e genitori: «Ma così non crescono mai»

di Lorena Loiacono
La scuola in un click, più condivisa che mai: dai libri al diario fino ai consigli di classe tutto passa attraverso i social, anche nello smartphone di mamma e papà. Ma i consumatori avvertono: «Così i ragazzi non crescono». Il web è entrato in classe dalla porta principale, tanto che il Ministero dell'Istruzione ha diramato le linee guida per un uso corretto e consapevole. E così da quest'anno internet diventa a tutti gli effetti uno strumento utile allo studio e all'organizzazione della classe, oltre a far risparmiare le famiglie e ad alleggerire il peso degli zaini.

SMARTPHONE IN CLASSE
Comodo e a portata di mano, il telefonino può diventare uno strumento utile anche per studiare. Tante le classi che lo usano per fare ricerche e traduzioni, condividere progetti e inviare compiti a casa, con chat condivise con i professori. Ma non tutte le famiglie possono permetterselo: in quel caso, deve intervenire la scuola con un dispositivo in prestito o facendo gruppi di lavoro.
SEMPRE PIÙ EBOOK
Le versioni online dei libri di testo pesano meno, sia negli zaini sia nel portafogli delle famiglie visto che il risparmio è circa del 20%. Ma la maggior parte delle scuole non li adotta. Il libro cartaceo resiste.
REGISTRO ELETTRONICO
Molte scuole lo hanno adottato già da qualche anno, in questo modo i genitori possono controllare da remoto assenze, voti e note in tempo reale.
DIARIO ADDIO?
Con il registro elettronico si sta diffondendo tra gli studenti anche la app al posto del diario scolastico vecchia maniera. La app spesso è gratuita, mentre un diario cartaceo costa sui 15 euro, e non pesa sulle spalle. Ma il diario tradizionale ha sempre il suo fascino e, soprattutto, non è automaticamente accessibile a mamma e papà.
CHAT DEI GENITORI
Troppo spesso rischiano di sostituirsi ai consigli di classe in carne e ossa e generano incomprensioni e polemiche. I presidi le hanno bannate più volte. Il Comune di Arezzo le ha proprio vietate.
CONSUMATORI CONTRARI
«Non abbiamo mai contrastato l'uso della tecnologia, soprattutto se fa risparmiare spiega Andrea Pusceddu, vicepresidente di Federconsumatori ma questi sono strumenti e devono mantenere soltanto la loro funzione. Invece si rischia di deresponsabilizzare i ragazzi che, sotto il controllo costante delle famiglie, non crescono mai».

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Ultimo aggiornamento: Martedì 25 Settembre 2018, 09:20
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