Scuola, come sarà l'esame di maturità 2022: tornano le prove scritte?

«Sarebbe un errore imperdonabile eliminare le prove scritte»

Scuola, come sarà l'esame di maturità 2022: tornano le prove scritte?

Come sarà il prossimo esame di maturità? Ancora tutto incerto e il ministro Bianchi per ora prende tempo. Tutto ruota intorno alla forma da far prendere alla prova e la scelta è tra il “maxi-orale”, come quello svolto quest’anno, un ritorno all’epoca pre-Covid o una forma mista. C'è chi vorrebbe tornare all’esame classico, composto da due scritti e un orale, perchè ritiene che la soluzione del maxi-orale faciliti troppo gli studenti. D’altra parte, c'è chi sottolinea che i maturandi 2022 sono studenti che hanno passato tre anni di scuola in pandemia, tra Dad e difficoltà varie: per questo sarebbe opportuno dare anche a loro la possibilità di concludere il percorso con un esame più leggero

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«Sulla maturità stiamo lavorando - ha dichiarato il ministro dell'istruzione Patrizio Bianchi -. Fin quando non saremo usciti totalmente dal Covid dobbiamo mettere i nostri ragazzi in sicurezza. Il giudizio di quanto fatto lo scorso anno è buono. I ragazzi non hanno fatto tesine raffazzonate ma hanno colto questo momento di riflessione anche sulla loro condizione degli ultimi due anni». 

Lo scorso anno, l'esame era composto da un elaborato assegnato dal Consiglio di classe allo studente e riguardante una disciplina caratterizzante l'indirizzo di studi e dal maxi-orale in presenza, diviso in quattro fasi. L’orale era “ritagliato” sulla falsa riga delle due prove scritte della maturità pre-Covid. Ma oltre all’opportunità di modificare in questo senso anche l’esame del 2022, in molti chiedono infatti una riforma stabile e strutturale dell’esame, cosa che però non sembra essere tra le priorità di viale Trastevere.

L'ipotesi di eliminare le prove scritte, in particolare il tema di italiano, non piace a molti. «Sarebbe un errore imperdonabile, significherebbe convincere i ragazzi che non sono più in grado di affrontare questa prova, che la pandemia ha portato via loro le capacità, le competenze, le opportunità» sostiene Elvira Serafini che guida lo Snals. Non dissimile il pensiero di Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola: «La capacità di scrivere riflette la capacità di pensare e aiuta a rafforzarla.

Capacità di pensare liberamente e criticamente, come presupposto all'esercizio di una cittadinanza consapevole e come antidoto alla superficialità dilagante».

«È presto per esprimersi - dice la presidente di Anp Lazio, Cristina Costarelli -: bisogna capire come andrà l'anno scolastico e prendere decisioni dopo Natale. Non sarei per integralismi dall'una o dall'altra parte, per me è sbagliato parlare in modo perentorio della necessità di prevedere a giugno lo scritto a tutti i costi, valutiamo».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Novembre 2021, 20:32
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