Gli altri si divideranno tra chat collettive su WhatsApp (18%) e chiamate effettuate online con Skype o con programmi simili (10%). Oppure si limiteranno a condividere le informazioni attraverso i servizi di archiviazione in cloud, passandosi file e appunti utili (17%). Anche i ‘solitari’, comunque, non abbandoneranno del tutto il contatto (pur solo ‘virtuale) con gli amici. Soprattutto in caso di dubbi su un argomento. WhatsApp sbaraglia la concorrenza: lo userà il 66% dei maturandi casalinghi. Qualcuno, invece, preferisce sentire la loro voce – probabilmente per avere un maggior conforto - e gli telefonerà (13%). Ma c’è pure chi metterà per una volta il naso fuori dalla porta per andare a trovarli a domicilio (6%). Meno convincenti le chat di Facebook (2%), i messaggi via Instagram (2%) e le conversazioni Skype (1%). Un altro elemento, però, accomuna i maturandi di oggi a quelli del passato: il metodo di studio vero e proprio. Perché i cari e vecchi libri non tramontano mai: la metà dei maturandi (50%) per la preparazione si affiderà principalmente ai tradizionali testi scolastici. L’alternativa più valida sembra essere il computer (30%).
Ovviamente connesso online: 7 su 10 lo accenderanno per navigare su Internet e approfondire i concetti scritti sul libro.
Smartphone e tablet? I ragazzi non li vedono come strumenti didattici: li userà solo 1 su 10. Forse perché la scuola non li abitua a farlo: il 47% degli studenti, infatti, non ha mai utilizzato una risorsa tecnologica (dispositivi, motori di ricerca o App) in classe. E i professori? Quelli che potrebbero risolvere ogni tipo d’interrogativo? Una buona fetta di maturandi (26%) se ne terrà alla larga. Ma la maggior parte – circa 3 su 4 – sfrutterà volentieri l’opportunità data da qualche docente disponibile ad aiutarli. Qui le cose, però, si fanno più ‘istituzionali’: il 27% li ‘disturberà’ via mail. Ma il primato di WhatsApp, anche su questo terreno, rimane: il 30% si confronterà con l’insegnante via chat.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 7 Giugno 2018, 18:14
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