Green Pass a scuola: prova superata, ma è allarme cattedre

Green Pass a scuola: prova superata, ma è allarme cattedre

di Lorena Loiacono

Sono tornati in classe 4 milioni di studenti e, da oggi fino a lunedì prossimo, lo faranno anche i restanti 3,4 milioni. E così la scuola mette alla prova le nuove misure anti-contagio: dal green pass al distanziamento. «Ricominciamo con grande gioia – ha sottolineato il ministro all’Istruzione Patrizio Bianchi - oggi è il giorno dell’accoglienza. Accogliamo tutti, questa è la cosa migliore».

Il primo giorno, con la presenza al 100%, è scivolato via. Oggi rientrano i ragazzi della Sardegna e poi a seguire tutti gli altri, fino al 20 settembre, ma intanto i primi dubbi sono stati sciolti.


Ieri mattina i timori sui controlli del Green pass, che potevano mandare in tilt proprio il delicato momento dell’ingresso in aula, sono stati superati: la piattaforma ministeriale ha funzionato, solo nella prima ora dalle 8 alle 9 sono stati controllati 900mila Qr code. Ed è stato calcolato che per controllare un certificato serve solo un secondo di media, quindi la procedura è molto più veloce delle stime iniziali. Nel frattempo andavano avanti anche i controlli “manuali” dei Green pass dei genitori, senza grossi problemi: anche in questo caso non ci sono stati assembramenti e lunghe attese per entrare a scuola e restare vicino ai bambini per l’inserimento alla materna. Le scuole, infatti, non si sono fatte trovare impreparate: i controlli automatizzati sono iniziati al mattino presto, per i timori di dover subire rallentamenti. Mentre per i genitori, prevedendo che ci fossero Qr code non validi, sono state stampate le deleghe: se una mamma o un papà non potevano entrare, firmavano l’autorizzazione per far accompagnare il figlio in classe da un altro genitore. 


IL CASO MILANO
A Milano ci sono stati molti casi: «Le scuole si erano organizzate per offrire le deleghe al bisogno – ha spiegato l’assessore all’istruzione del Comune di Milano, Laura Galimberti - abbiamo avuto molti casi, stiamo tenendo la situazione monitorata, ma il momento dell’ingresso è andato mediamente bene. È stato un grande sforzo organizzativo, d’altronde il decreto è arrivato sabato mattina, è una misura energica che però riteniamo importante per la salute pubblica». In generale comunque non ci sono stati problemi, anche perché oltre il 93% del personale scolastico è vaccinato e i controlli automatici hanno retto anche nell’ora di punta. 

 


I TEST
Ora si procederà con lo screening tra gli alunni, della scuola elementare e media: già nella seconda metà di settembre partiranno i test salivari nelle scuole “sentinella”, per avere un dato affidabile ai fini del monitoraggio dei contagi ne sono necessari almeno 110 mila al mese, da fare in due tranche da 55mila ogni due settimane. In un primo momento si faranno in classe, poi direttamente a casa appena svegli con l’aiuto dei genitori. Una procedura che per il ministro Bianchi potrebbe essere estesa ben oltre le scuole sentinella già individuate. Così come resta ferma l’intenzione, ora al vaglio del Parlamento, di permettere alle classi interamente vaccinate di abbassare la mascherina al banco durante la lezione. 


Restano però anche i vecchi problemi, ancora da risolvere: secondo i dati della Flc Cgil ben 150 mila posti da docenti, vale a dire il 17% della dotazione complessiva, saranno coperti da precari così come il 40% dei posti da bidello o tecnico. E le convocazioni sono ancora in corso: «Ci vorranno due settimane per avere i docenti annuali in cattedra – spiega Mario Rusconi, presidente dell’Associazione presidi di Roma – mancano decine di migliaia di insegnanti, per ora vengono chiamate le supplenze brevi ma poi dovranno essere sostituite con quelle annuali. Un cambio in cattedra che non aiuta la didattica ma speriamo di concludere il prima possibile, ci dicono in due settimane: lo scorso anno si andò avanti addirittura fino a marzo». Se il problema dei docenti si ripete, lo stesso vale per le classi sovraffollate: sono oltre 17mila, secondo Cittadinanzattiva, quelle con più di 25 alunni. E sul fronte dei trasporti, che hanno chiesto alle scuole superiori di adottare gli orari scaglionati, è previsto per domani un incontro tra il ministro dei Trasporti, Enrico Giovannini, con i prefetti delle città metropolitane per fare il punto della situazione a due giorni dall’apertura delle scuole. Le singole province hanno adottato orari differenti in base alle necessità: i bus e le metropolitane che viaggiano all’80% della capienza massima non riescono a sopportare i carico degli studenti al 100%. Da lì la necessità di dividerli con un’ora e mezza tra un ingresso e l’altro. Una soluzione poco pratica, ovviamente, per le scuole. 
 


Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Settembre 2021, 11:31
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