Premio Messaggero per i giovani «Amicizia e amore»: la scelta dei ragazzi

Premio Messaggero per i giovani «Amicizia e amore»: la scelta dei ragazzi

Continua il concorso del Messaggero dedicato alla memoria di Emanuele Morganti e Willy Monteiro Duarte: in questa seconda fase i componimenti potranno essere inviati entro il prossimo 20 gennaio. Oggi pubblichiamo tre degli elaborati migliori che sono arrivati in redazione in questi ultimi giorni. La pubblicazione dei testi proseguirà. 

Noi possiamo cambiare il mondo

Leo Hu, 18 anni

Che cos’è realmente importante per me? Proviamo a dare una risposta. La felicità? La gloria? Il potere? O ancora, la fede? La famiglia? Forse direi nulla esattamente di tutto ciò, nonostante io senta la necessità di dover credere a qualche valore. Ma esattamente perché succede? Tutti noi siamo schiavi dei nostri valori. Abbiamo bisogno di essere ossessionati da qualcosa per trovare un senso alle nostre vite. Purtroppo, il mondo è un luogo crudele. Ci troviamo in una continua lotta per i valori, per la morale, per la giustizia. Quanti uomini che hanno combattuto per le loro idee affinché questo mondo possa diventare un luogo migliore, sono stati invece vittime di questo stesso mondo insensibile. Gandhi, Mandela, Martin Luther King, nomi che sono tutti associati alla lotta per la giustizia, alla lotta per i diritti civili. O anche più lontano, Socrate, un uomo che ha combattuto affinché gli altri rispettino la legge ed è stato condannato a morte. Pretendiamo di chiamare il mondo un luogo giusto, quando la realtà dimostra l’esatto contrario. Forse tutto ciò ci spingerebbe a cessare le armi, arrenderci e smettere di lottare per i nostri valori? Allora tutto quello che hanno fatto questi uomini, sarebbe del tutto insignificante? E invece no. Le loro vite hanno avuto un senso. Le loro azioni hanno avuto un senso. Siamo noi posteri a dover attribuire un significato a quelle vittime ingiustamente colpite da questo mondo crudele. La nostra speranza non deve svanire, perché dobbiamo credere, come hanno creduto quegli uomini, che chi ci seguirà, attribuirà a noi un senso. Quello che quindi noi pensiamo, la forza che ci spinge per continuare a vivere, a voler combattere, è la cosa più importante per me. Quello che è importante per noi, può veramente cambiare il mondo, quindi non permettiamo mai che i nostri valori vengano oppressi.
 

Voglio stare bene con me stessa

Rosana Modica, 19 anni

Leggendo il titolo “Che cosa è importante per me” non posso fare a meno di pensare a quanti riterranno non solo più importante, ma centrale nelle loro vite la presenza di persone che possano trasmettere il concetto di amicizia, amore e unione, magari la famiglia, un fidanzato, o una persona conosciuta per caso e che presto hanno chiamato “amico”. Prima di dire quale sia la mia idea a riguardo voglio immergermi, insieme a voi, dentro una ipotetica situazione di cui chiunque potrebbe essere protagonista. Prendiamo ad esempio un ragazzo, chiamiamolo Carlo. Supponiamo quindi che un giorno decida di trasferirsi da solo in una isolata e lontana casa in montagna, provvista solo di una radio per tenersi aggiornato e qualche libro per vagare con la fantasia. Converrete con me che non dopo molto tempo Carlo sentirà l’esigenza di interagire con qualcuno, di colmare il senso di solitudine che inevitabilmente proverà. Se ci fosse un paesino a valle probabilmente Carlo scenderebbe, scambierebbe due chiacchiere con qualcuno, o farebbe qualsiasi cosa possa farlo sentire in compagnia, ma una volta tornato a casa questo senso di aggregazione e di spensieratezza scomparirebbe lasciando nuovamente spazio ad un ragazzo inquieto ed incapace di restare solo. È dietro questa constatazione che si nasconde il mio pensiero. Ognuno di noi, come Carlo, è alla costante ricerca di compagnia perché è l’unica ancora di salvezza contro la paura di rimanere soli, di ascoltare quello che si nasconde dentro di noi e che difficilmente sappiamo affrontare o semplicemente accettare. La cosa più importante per me quindi è lo stare bene con me stessa, voglio guardarmi allo specchio e sorridere di quello che sono perché potrò dire di amare tutto ciò che mi rappresenta, voglio poter dire «questa sono io e non ho bisogno di nessuno per sentirmi al completo».
 

L’importanza della libertà

Caterina Verga Falzacappa, 14 anni

Per ognuno v’è qualche cosa che detiene un’importanza somma, inamovibile e immutabile; persino, e forse soprattutto, poiché ci si trova dinanzi a uomini in formazione, ad animi in plasmazione, fra gli adolescenti.
Per me è la libertà. Credo che la libertà sia, all’interno di una comunità, l’elemento fondamentale, la colonna senza la quale l’edificio non potrebbe sussistere. Ce lo testimoniano gli stessi avvenimenti storici: laddove non vi è libertà, vige l’oppressione e non c’è uomo. Laddove non c’è libertà l’uomo perde non solo la propria individualità e dignità, ma la sua stessa umanità. Ce lo insegna l’olocausto degli ebrei, dove la privazione più grande concerne nella sottrazione dell’essenza umana di corpi divenuti non più di involucri; ce lo insegna ogni elemento della storia, dall’oppressione di governi dispotici su masse deboli all’esercitazione di violenza e oltraggi da parte di un ristretto gruppo di adolescenti su un altro debole. 
Io ritengo che la libertà sia il valore più importante in una società poiché sottolinea l’eguaglianza di ogni individuo e concede a tutti le medesime possibilità di realizzazione nella propria vita. La libertà permette agli uomini di dire no, e di affermarlo con convinzione, e non tacitamente, clandestinamente, quel no; di gridarlo con tutta la propria voce; la libertà consente di esprimere i propri pensieri, di scegliere; di scegliere la nostra vita, di scegliere se non chi essere oggi chi divenire domani, di opporsi, di parlare, di difendersi; la libertà è il dispiegamento d’immense e candide ali che ci consentano non solo un volo propizio, nel singolo, ma una migrazione collettiva, un battere d’ali incessante e collegiale che possa fugare le nubi cineree; laddove la libertà sia effettiva, laddove ogni singolo paio d’ali batta fortemente, io ritengo che quelle nubi scure e minacciose possano disparire e quel cielo plumbeo tramutarsi in terso.
E pensare che ancora oggi in molti Paesi non c’è libertà.

Ecco le regole per partecipare

Il testo dovrà essere inviato in formato digitale (file Word o Pdf) all’indirizzo email concorso-letterario@ilmessaggero.it. È necessario allegare anche il modulo di partecipazione scaricabile cliccando qui. Gli elaborati dovranno essere inviati entro il giorno 20 del mese e la proclamazione dei tre vincitori (che riceveranno ognuno un tablet con l’edizione digitale del Messaggero) sarà comunicata sull’edizione cartacea e online del giornale. Anche i premi saranno inviati entro la fine di ogni mese. Gli elaborati saranno pubblicati in tutto o in parte sul giornale e sul sito.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 4 Gennaio 2021, 23:02
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