L’esito della review pone attenzione su come la carenza di queste sostanze potrebbe influire sugli stati di infiammazione acuta causati da Covid-19, provocando sintomi più severi nei pazienti, rispetto a quelli registrati nei pazienti con livelli ematici di vitamina d e melatonina più alti. L’azione benefica della vitamina D è da anni oggetto di ricerca per la capacità di modulare e influenzare meccanismi fisiologici dell’organismo a più livelli, dal mantenimento di ossa e denti sani, al buon funzionamento dei muscoli e del sistema immunitario. Non meno interessante è anche la correlazione fra la carenza di vitamina D con i disturbi del sonno2 , condizione che ha registrato una vera e propria impennata nella popolazione italiana nel periodo del lockdown marzo-maggio 2020, con un incremento dell’acquisto e consumo di integratori alimentari calmanti e facilitatori del sonno del +26% in volumi nell’aprile 2020, rispetto all’aprile 20193 . Non dimentichiamo che il lockdown è iniziato alla fine del periodo invernale, in cui i livelli di vitamina D sono già molto bassi a causa della scarsa esposizione ai raggi solari nei mesi più freddi dell’anno, compromettendo la “ricarica” dei valori di vitamina D nella stagione primaverile in cui normalmente si svolgono più attività all’aperto esponendosi alla luce del sole, e ponendo così gran parte della popolazione in uno stato di ipovitaminosi, e quindi di carenza, con conseguenze che si ripercuotono negativamente su diversi livelli del benessere dell’organismo.
Altra grande protagonista nella regolazione del ciclo circadiano del sonno è la melatonina, ormone prodotto naturalmente dalla ghiandola pineale e a livello mitocondriale, a cui sono state attribuite anche proprietà antiossidanti, immunomodulanti e antinfiammatorie, secondo le ricerche di diversi studi clinici e review4 .
Se, da un lato, le informazioni a disposizione sono ancora limitate perché basate su analisi statistiche e osservazioni condotte a posteriori sui livelli ematici nei pazienti affetti da Covid-19, dall’altro moltissimi centri di ricerca hanno sottolineato l’importanza di reperire nuovi dati, invitando la comunità scientifica a condurre ulteriori approfondimenti per analizzare la correlazione tra la carenza dei livelli di vitamina D e della melatonina, e la predisposizione all’infezione.
Per questo motivo, secondo i team di ricerca e sviluppo di Uriach Italy, da sempre interessati alla relazione fra le due molecole per la formulazione di nutraceutici che contribuiscano a migliorare il riposo e a rafforzare il sistema immunitario, l’apertura della comunità scientifica a nuovi studi clinici e all’analisi degli effetti di vitamina D e melatonina sui meccanismi che regolano il benessere dell’organismo, potrebbe condurre a nuove importanti rivelazioni di carattere scientifico, che potranno rivelarsi utili anche per la prevenzione di un’eventuale seconda ondata dell’infezione nei mesi autunnali. Ciò che è certo, è che periodi di grande preoccupazione e cambiamenti netti di abitudini, come quelli generati dalla pandemia da covid-19, influiscono sulla nostra sfera umorale e sui ritmi notti/veglia, causando difficoltà di addormentamento e stati di ansia, e inficiando sul nostro sistema immunitario. E proprio a questa esigenza rispondono i nutraceutici e gli integratori alimentari a base di vitamina D e melatonina, come quelli formulati da Uriach Italy con Pineal Notte D. Affidarsi alla natura significa contare su un alleato efficace che può aiutarci a ritrovare benessere e serenità.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Giugno 2020, 17:27
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