Il microchip, spiega l'ospedale, è destinato a persone che hanno perso la vista durante l'età adulta a causa di gravi malattie genetiche della retina, come la retinite pigmentosa, e può ripristinare la percezione della luce e delle sagome di alcuni oggetti e persone circostanti. Il microchip misura circa tre millimetri e contiene 1.600 sensori. Viene inserito al di sotto della retina, in modo da stimolare il circuito nervoso che naturalmente collega l'occhio al cervello: in questo modo si sostituisce all'attività delle cellule non più in grado di fare il loro lavoro.
L'intervento è durato quasi undici ore ed è stato eseguito da un'équipe diretta da Marco Codenotti - responsabile del servizio di Chirurgia vitreoretinica del San Raffaele -, coadiuvato, per la parte extraoculare, dal dottor Antonio Giordano Resti, responsabile del servizio di Chirurgia oftalmoplastica dello stesso ospedale. «Attualmente - sottolinea l'ospedale - questo nuovo modello di protesi sottoretinica è stato impiantato solo in pochissimi pazienti ed esclusivamente in due centri europei.
A seguito dell'intervento, ci aspettiamo nella nostra paziente una stimolazione retinica che gradualmente potrà portarla a reimparare a vedere». L'operazione è stata possibile grazie al sostegno di Banca Mediolanum, che ha interamente finanziato l'intervento.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 5 Febbraio 2018, 21:34
© RIPRODUZIONE RISERVATA