Entro il 2030 due missioni su Venere per studiare origini ed evoluzione del pianeta. La Nasa sceglie un team di ricerca italiano

Entro il 2030 due missioni su Venere per studiare origini ed evoluzione del pianeta. La Nasa sceglie un team di ricerca italiano

di Paolo Travisi

Dopo la Luna e Marte, l'uomo è già pronto a programmare e partire per nuove esplorazioni spaziali. Entro il 2030, la Nasa ha pianificato due missioni su Venere, il pianeta più vicino alla Terra, ma dalle condizioni invivibili con i suoi 400°. Anche se il suo passato, secondo le ipotesi degli scienziati, sia stato molto simile al nostro pianeta, per poi evolversi in maniera diversa.

Ed è infatti questo uno degli obiettivi delle due missioni, Davinci+ e Veritas, che sono state pianificate per il 2028 e 2030, e finanziate dal programma della Nasa, Discovery, con 500 milioni di dollari; Venere, per come è conosciuta allo stato attuale ha temperature in grado di fondere alcuni metalli ed una pressione atmosferica che "schiaccia" in poche ore le sonde inviate (dai russi). Le due missioni, di cui una, Veritas ha il cuore italiano con la partecipazione dell'Agenzia Spaziale Italiana e dei ricercatori dell'Università La Sapienza di Roma, avranno scopi differenti e complementari nella comprensione del pianeta venusiano.

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La missione Davinci+, guidata dal Goddard Space Flight Center in Maryland ha l'obiettivo di misurare la composizione atmosferica di Venere, i suoi gas, per studiarne l'evoluzione, attraverso una sonda sferica, dotata di sensori e fotocamere, che scatterà foto ad alta risoluzione della superficie alla ricerca di tracce del suo passato. 

Gli unici dati globali sulla sua superficie e struttura interna sono stati forniti dalla sonda Magellan (NASA) più di 25 anni fa (1994-95). Da sempre indicato come il pianeta cugino della Terra per le dimensioni, massa e distanza dal Sole molto simili, Venere ha però intrapreso, per cause ancora ignote, un percorso evolutivo estremamente diverso da quello del nostro pianeta, al punto che oggi è uno dei luoghi più inospitali del sistema solare.

La sua densa atmosfera, composta in gran parte di anidride carbonica e nubi di acido solforico, ha una pressione al suolo 90 volte maggiore di quella terrestre e temperature medie di 460 °C. 

La seconda missione Veritas, invece, può vantare un fondamentale contributo da parte dell'Italia, perché il mezzo  che sorvolerà il pianeta ospiterà a bordo una strumentazione molto sofisticata finanziata dall’Agenzia spaziale italiana con il contributo del gruppo di ricerca de La Sapienza di Roma, guidato da Luciano Iess - professore del Dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale - composto da giovani ricercatori. "Questa missione ci permetterà di dare risposta a interrogativi che sono ormai rimasti aperti troppo a lungo” è stato il commento di Iess dopo l'annuncio mondiale della Nasa. 

L'obiettivo di Veritas è dare risposte alla comunità scientifica riguardanti non solo l’evoluzione passata, ma anche quella presente e futura, in particolare ricercando la presenza di vulcani attivi e di processi dinamici superficiali, quali la tettonica a placche, attraverso una ricostruzione 3D da parte del radar a bordo. In particolare si intende determinare la sua storia geologica e i motivi che hanno portato Venere a differenziarsi in maniera così netta dalla Terra. 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Giugno 2021, 11:41
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