Coronavirus, Fauci: «Sugli asintomatici abbiamo sottovalutato il rischio»
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In un'intervista al British Medical Journal, il dottor Fauci ha poi aggiunto: «L'infezione asintomatica da Sars-CoV-2 non può essere ignorata perché è una componente importante dell'epidemia. Inizialmente anche noi abbiamo spiegato che il contagio da parte degli asintomatici fosse molto raro, perché le nostre dichiarazioni erano basate sui dati che avevamo in quel momento. Nel corso degli anni ho imparato che bisogna essere abbastanza umili e flessibili, in modo da cambiare linee-guida e raccomandazioni in base all'evoluzione dei dati».
Anthony Fauci poi spiega che la soluzione per mettere la parola 'fine' alla pandemia è il vaccino, ma non solo. «Dobbiamo trovarne uno sicuro ed efficace, ma poi andrà anche distribuito ampiamente in tutto il mondo e questo deve avvenire insieme alle misure di salute pubblica, l'ombrello di protezione dovrà essere aperto su tutto il mondo. E questo non succederà in pochi mesi, probabilmente dovremo attendere un anno o due» - le parole dell'immunologo - «Negli Stati Uniti, a poco più di otto mesi dall'inizio della pandemia, ci sono quattro candidati vaccini già nella fase 3 dei test clinici. Questa è un'impresa senza precedenti per la comunità scientifica, resa possibile da decenni di progressi nella tecnologia e da un approccio strategico coordinato tra governo, industria e università. Per soddisfare la domanda globale serviranno più regimi vaccinali, ma i presupposti sono buoni: da un lato i passaggi amministrativi vengono semplificati, dall'altro si adottano misure di sicurezza ed efficacia mai così rigorose».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 24 Settembre 2020, 16:00
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