Coronavirus e anticorpi, l'esperto frena l'entusiasmo: «Bisogna capire se proteggono dal virus»

Video

di Alessia Strinati
Dopo la guarigione dal coronavirus si sviluppano anticorpi. Questa è la sentenza dal mondo della scienza che ha quindi ribadito una volta per tutte che chi guarisce dal covid sviluppa gli anticorpi verso la malattia, quindi non dovrebbe più essere a rischio di contagio o ricadute. In teoria. Bisogna infatti capire se questi anticorpi, di fatto, proteggono dalla malattia.

Leggi anche > Vaccino contro il Covid, l'ad di AstraZeneca: «Pronte 100 milioni di dosi entro fine anno»
 
 

Il dottor Pierangelo Clerici, presidente dell’Associazione microbiologi clinici e membro del comitato tecnico scientifico della Lombardia, ha commentato all'Huffpost lo studio cinese pubblicato su “Nature Medicine”. Il problema sarebbe legato alla permanenza degli anticorpi nell'organismo e quindi per quanto tempo si resta immuni. Prima di tutto il dottore chiarisce che nell’articolo non viene specificato se si tratta di anticorpi protettivi o meno e spiega: «Dobbiamo avere degli anticorpi sviluppati che in caso di una reinfezione non consentano al virus di dare una patologia. Ho letto lo studio e non è noto se gli anticorpi citati siano protettivi, e proteggeranno quindi il paziente nel caso dovesse reinfettarsi. Mi auguro di sì, ma non ne ho la dimostrazione. Paradossalmente dobbiamo sperare che uno di questi pazienti si reinfetti, per assicurarci che non sviluppi la malattia, protetto dagli anticorpi».

A una prima analisi, quindi, lo studio non sembra essere completo e mostrerebbe delle mancanze che possono fare al differenza al fine di capire se la malattia può tornare o meno, che è ciò che sembra spaventare di più in questo momento. Il dottor Clerici parla quindi di risultati positivi, ma invita alla cautela, perché, chiarisce, solo nel corso dei mesi si capirà realmente l'andamento del virus.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 1 Maggio 2020, 11:23
© RIPRODUZIONE RISERVATA