La via della seta: da Tashkent a Samarcanda, Bukhara e Khiva. L'Uzbekistan magico

Martedì 30 Agosto 2022, 13:35 - Ultimo aggiornamento: 22 Maggio, 09:53

Samarcanda, lo spettacolo del Registan

Dire che Samarcanda è il Registan è riduttivo, perché la città ha una storia di 2.700 anni, dal primo impero persiano all'influenza araba, poi timuride e uzbeka. Ma il Registan, patrimonio Unesco dal 2001, è la perla di un intero Paese. Vederlo, ammirarne le sfumature dei colori, lasciarsi sorprendere dall'armonia delle linee significa in tre parole "sindrome-di-Stendhal". Le tre madrase (le scuole islamiche) che si guardano fiere da secoli creano un'atmosfera unica ed è viva la sensazione del tempo che non scorre. Non a caso quest'area è immutata da secoli. Il raffinato gioco di colori e le tinte che vanno dall'azzurro al verde e al turchese, l'armonica perfezione di cupole, maioliche e piazza lascia esterrefatti. Ulug Beg, Shir Dor e Tilya Kari sono le tre madrase e gli artigiani che lavorano all'interno danno la misura delle capaicità uniche - dalla lavorazione della seta, ai tappeti, alle ceramiche, ai gioielli - che questo popolo ha acquisito nei secoli. La costruzione risale al 1417 grazie a Ulug Beg, nipote di Tamerlano, famoso astronomo, matematico e filosofo. Registan significa letteralmente "luogo della sabbia" a testimoniare il legame indissolubile con la terra circostante. Se lo spettacolo di colori è fantastico durante la giornata, i giochi di luce che iniziano la sera sono un ulteriore colpo di scena per il viaggiatore. Uno spettacolo unico, destinato a restare nell'anima. Per sempre.

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