Variante Covid più letale? Dopo l'allarme di Bill Gates parlano i virologi: «Impossibile fare previsioni»

La microbiologa Maria Rita Gismondo commenta le dichiarazioni rese da Bill Gates in un'intervista al 'Financial Times'

Variante Covid più letale? Dopo l'allarme di Bill Gates parlano i virologi: «Impossibile fare previsioni»

Ha fatto il giro del mondo l'allarme di Bill Gates su una possibile variante Covid più letale. Il virologo Andrea Crisanti e la microbiologa Maria Rita Gismondo rispondono all''avvertimento' lanciato dal miliardario e fondatore di Microsoft: «La storia delle pandemie fa sperare che quando un virus muta, come è accaduto con Omicron, si è in fase di coda».

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«Non sappiamo come Sars-CoV-2 possa evolvere, perché le mutazioni sono assolutamente imprevedibili». Tuttavia, «secondo la storia delle pandemie, quando un virus evolve» come ha fatto il nuovo coronavirus assumendo i connotati di Omicron, ossia «in modo da essere molto contagioso e poco aggressivo in termini di patologia associata, si è nella coda della pandemia. Speriamo che la storia si ripeta anche per Covid», spiega la microbiologa Maria Rita Gismondo, commentando all'Adnkronos Salute le dichiarazioni rese da Bill Gates in un'intervista al 'Financial Times'. Sul fronte Covid «potremmo non avere visto il peggio», ha avvertito il miliardario e filantropo, paventando il «rischio che questa pandemia generi una variante ancora più trasmissiva e ancora più fatale». 

«Stupisce che un'affermazione simile arrivi da Bill Gates, perché non ha nessuna autorevolezza sanitaria per farla», osserva la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano. «In ogni caso - aggiunge - dice qualcosa che ha una sua veridicità di fondo, e cioè che le mutazioni del virus sono appunto imprevedibili... Non abbiamo bisogno dell'invito di Bill Gates per sapere che è prioritario attrezzarci all'evenienza di pandemie future. Lo ha detto già l'Organizzazione mondiale della sanità, lo diciamo tutti e quello che possiamo auspicare è che questa lezione non vada sprecata».

Per il virologo Andrea Crisanti è anche vero che «non si possono misurare queste cose».  La valutazione del magnate dell'informatica, commenta all'Adnkronos Salute il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'università di Padova, «emerge dal fatto che in questo momento siamo di fronte a un processo evolutivo del virus che in qualche modo è spinto dalla necessità di trovare delle varianti che siano altamente trasmissibili e nello stesso tempo infettino persone vaccinate. Noi però - riflette l'esperto italiano - quello che possiamo delineare sono i contorni di questo processo evolutivo. L'esito non siamo in grado di prevederlo. Non necessariamente si avvererà quel che dice Bill Gates, non è possibile fare previsioni». 

«Non so che informazioni abbia in mano Bill Gates, ma io personalmente non credo che il peggio debba ancora arrivare» nella pandemia di Covid-19, dice invece Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. «Mi pare che in qualche modo il mondo abbia reagito con i vaccini.

Abbiamo in qualche modo reso questo virus meno aggressivo di quanto fosse 2 anni fa. Le forme gravi sono decisamente di meno», commenta all'Adnkronos Salute lo specialista, concordando invece con il miliardario filantropo su un altro punto evidenziato: quello di «avere esperti che lavorino per evitare future pandemie. Mi pare assolutamente ragionevole». Anzi, fa notare Bassetti, «noi la nuova pandemia già ce l'abbiamo, senza bisogno guardare all'evoluzione delle varianti Covid, perché i batteri resistenti agli antibiotici uccideranno, se non facciamo un intervento coordinato da parte di tutti, 10 milioni di persone all'anno nel mondo nel 2050. Numeri pazzeschi».

«Il fatto che arriveremo ad avere delle varianti nuove di Covid e che saranno più contagiose», possibilità evidenziata da Gates, «mi pare che stia già succedendo - osserva Bassetti - Ma rispetto alla possibilità che siano più letali non sono completamente d'accordo, mi pare una voce un pò di sventura». È importante in ogni caso investire su team di esperti sul fronte del rischio pandemie. «Io - precisa - sono un pò scettico sul ruolo che può avere l'Organizzazione mondiale della sanità, e sono un pò critico su alcune misure prese o non prese» dall'Agenzia Onu, «su alcuni errori commessi. Ci vorrebbe un ente veramente terzo, non dipendente dai capitali dei Paesi; un ente dove viene messo un fondo indipendente, un ente basato tutto sulla competenza e sul merito».

In ogni caso, continua Bassetti, «è bene investire su questa operazione, in modo tale che ci siano sistemi in grado di intercettare molto velocemente se c'è qualcosa che non funziona, se c'è un nuovo virus, una nuova variante, una nuova epidemia e ovviamente questi sistemi devono agire a livello sovranazionale. La salute del mondo non può essere declinata a livello nazionale. Quando c'è il problema di una grande epidemia, di una pandemia, bisogna che ci sia un ente terzo che informi il mondo stesso che le cose non vanno». Va evidenziato, insiste l'infettivologo, che «c'è già qualcosa di cui occuparsi. Ci sono tanti altri problemi infettivi su cui dobbiamo fare molta attenzione: la Tbc, l'Hiv e altri problemi virali. Al di là del Covid, credo sia giusto investire su quella che è la lotta alle malattie infettive. Spero che Bill Gates e la sua fondazione, e in generale il mondo, vogliano porre la loro attenzione sulla problematica delle malattie infettive e non solo del Covid».


Ultimo aggiornamento: Martedì 3 Maggio 2022, 16:19
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