Vaccino, caccia a 300 volontari. Via ai test della "fase 3" per il siero AstraZeneca

Vaccino, caccia a 300 volontari. Via ai test della "fase 3" per il siero AstraZeneca

di Simone Pierini

Parte il reclutamento di trecento volontari per lo studio sul vaccino contro il coronavirus sviluppato dall'Università di Oxford in collaborazione con AstraZenca. Dal primo dicembre prenderà via lo studio presso il Policlinico di Modena, uno dei sette centri italiani scelti per testare il siero. A duecento di loro verrà somministrato il vaccino, altri cento riceveranno un placebo ma al termine della sperimentazione potranno comunque vaccinarsi gratuitamente. I volontari che parteciperanno dovranno essere «persone sane, non pazienti - precisa la direttrice dell'infettivologia del Policlinico di Modena, Cristina Mussini - di ogni età, ovviamente che siano maggiorenni e con qualsiasi patologia, purché stabili». Le persone, poi, verranno seguite per due anni, per capire quanto dura l'immunità al Covid. Se tutto andrà come previsto, i primi vaccini sono attesi per aprile 2021. Più ottimista Andrew Pollard, capo della sperimentazione all'Università di Oxford, che parla di «una piccola chance che il vaccino possa arrivare entro Natale». Lo ha riferito lui stesso parlando al Science and Technology Committee dicendosi «ottimista» sui progressi e sulla fase avanzata dei risultati del trial di Fase 3 che dovrebbero rivelare se il vaccino funziona.


Durante il question time alla Camera in merito a quanto previsto dall'accordo firmato il 27 ottobre e recepito il 29 dalla conferenza Stato-Regioni, il ministro della Salute Roberto Speranza ha dichiarato come l'accordo per effettuare i tamponi antigenici dai medici di base sia stato «sottoscritto dal 100% delle sigle dei pediatri di libera scelta e dal 70% delle sigle dei medici di medicina generale.

Essendo tali i numeri, la modifica dell'accordo collettivo nazionale ha validità erga omnes, a prescindere da chi lo abbia firmato e chi non lo abbia fatto». Rafforzare le cure primarie, ha aggiunto il ministro, «deve essere una priorità per tutti. Vale per oggi, nella stagione del Covid», ma «dovrà esserlo anche domani, quando la parola prossimità dovrà essere la parola chiave per la costruzione di un nuovo servizio sanitario».


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Ultimo aggiornamento: Giovedì 5 Novembre 2020, 08:35
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