A sottolinearlo all'Adnkronos Salute è Giovanni Tazzioli, responsabile Chirurgia oncologica senologica presso l'Aou Policlinico Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, a margine della Conferenza internazionale sulla riduzione del danno nelle malattie non trasmissibili, in corso a Parigi. «Il sovrappeso - precisa l'esperto - dà un'infiammazione cronica, il tessuto adiposo produce estrogeni e ormai sappiamo che aumenta il rischio di tumore del seno. Ecco perché raccomandiamo alle nostre pazienti di fare attività fisica e di riscoprire la dieta mediterranea. Questo vuol dire evitare i grassi insaturi, l'eccesso di carne rossa (non più di 300 grammi a settimana) e gli insaccati. Bisogna fare attenzione alla cottura, evitando le grigliate, e privilegiare la verdura: dobbiamo portare in tavola almeno tre ricche porzioni al giorno di vegetali e fibre. E ancora: nel nostro menù ci saranno grani non raffinati, e preferibilmente italiani. Questo perché quelli che arrivano dall'estero fanno viaggi lunghi e sono più ricchi di pesticidi».
Nella dieta suggerita da Tazzioli «non devono mancare noci, nocciole, mandorle e pistacchi, naturalmente non salati. Come pure l'olio extravergine d'oliva. Una dieta di questo tipo riduce il pericolo di recidiva. Ma attenzione, tutto questo non vale se poi si beve e si fuma. La donna non dovrebbe consumare più di un bicchiere di vino al dì. E visto che cambiare abitudini può essere ansiogeno - ammette l'oncologo - da noi prevediamo una collaborazione con la psico-oncologa e una consulenza sulla dieta», di gruppo o personalizzata.
«Non si tratta di un tema di poco conto - insiste Tazzioli - Un peso elevato dopo la terapia aumenta il rischio di recidiva.
Ma la dieta è inutile se poi fumiamo. Ecco perché ha senso parlare di riduzione del danno, come stiamo facendo qui a Parigi: se non riusciamo a smettere col tabacco, oggi esistono strumenti 'pontè per ridurre il danno. Anche se - sottolinea l'oncologo - l'ideale è arrivare a smettere. Occorrerebbe sensibilizzare anche i medici di medicina generale, perché modificare lo stile di vita è davvero importante per queste pazienti. Che però, dobbiamo dirlo, sono davvero 'tostè e, in genere, con l'impegno riescono a seguire le nostre indicazioni». Intanto la ricerca va avanti, «penso alla ricerca genetica, ma anche al ruolo del microbiota: mille specie di microrganismi diversi che abitano nel nostro organismo e che stanno dimostrando sempre più negli studi le loro potenzialità per ritrovare o conservare la salute».
Ultimo aggiornamento: Domenica 2 Febbraio 2020, 18:11
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