Influenza 2019, il primo caso grave: paziente intubato, 20 giorni di degenza
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"Se questi sono i segnali - dice Matteo Bassetti, ordinario di Malattie infettive all'ospedale San Martino di Genova e presidente della Sita - con una prima diagnosi già alla fine di settembre, e se si ripeterà lo scenario che ha interessato l’Australia e altre parti del mondo, andremo incontro a una stagione influenzale particolarmente aggressiva, con circolazione di virus influenzali molto diversi: H3N2, come nel caso in questione, H1N1, virus B".
Per l'esperto, "questo caso suggerisce che la forma influenzale di quest’anno, anche se non dovesse avere numeri straordinari come quelli dell’inverno 2017-18, può colpire anche le persone sane e rafforza il messaggio che la vaccinazione antinfluenzale deve essere universale perché non esiste categoria di soggetti risparmiata dalle potenziali complicanze dell’influenza".
La Sita dunque, come indicato al recente congresso nazionale che si è svolto a Napoli, sottolinea quindi l’importanza di coinvolgere nella campagna vaccinale tutta la popolazione: non solo le categorie a rischio (persone over 65, bambini sotto i due anni, persone immunodepresse) ma anche le persone che non rientrano in questi gruppi. Attualmente, però, meno di un italiano su 4 si protegge con la copertura vaccinale antinfluenzale.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 21 Ottobre 2019, 12:45
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