Emorragia cerebrale: cos'è, che sintomi ha e quando si può morire con la malattia che ucciso Frizzi
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LE TIPOLOGIE Un’emorragia può interessare i tessuti profondi del cervello (intra-assiali) o la sostanza bianca (extra-assiali): nel secondo caso, abbiamo un ematoma subdurale o epidurale, o un’emorragia subaracnoidea. L’emorragia cerebrale può essere lobare (se interessa un solo emisfero) o profonda (se coinvolge altre regioni come il cervelletto). L’ematoma è intraparenchimale se il versamento di sangue avviene nei tessuti cerebrale, mentre si ha un inondamento ventricorale quando avviene nelle cavità ventricolari.
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I SINTOMI Solitamente sono un forte dolore alla testa accompagnato da nausea e vomito, uno stato confusionale, la perdita di coscienza, formicolio al viso e agli arti, convulsioni, perdita della vista, oltre a difficoltà a leggere, scrivere, parlare e coordinare i movimenti.
QUANDO SI MUORE? La morte del paziente si può avere in caso di emorragia molto grave: il sangue può comprimere il tessuto cerebrale e portare al cosiddetto idrocefalo, con possibilità di danni permanenti, coma e decesso. I medici possono procedere, se intervengono in tempo, con una terapia farmacologica (nei casi più lievi) o con un intervento chirurgico: si esegue un’operazione per il drenaggio e la rimozione dell’emorragia, per ridurre il gonfiore dei tessuti cerebrali ed evitare un ulteriore sanguinamento.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 26 Marzo 2018, 18:24
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