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«Occorre davvero decidere che cosa si può riaprire e come, scuole comprese - continua l'infettivologo dell'Ospedale Sacco di Milano, raccomandando 'cautela' sia per la popolazione, che dovrebbe osservare sempre le normali norme igieniche di prevenzione, sia per i politici che devono prendere decisioni. L'alternativa è fra un eccesso di chiusure, che comprometterebbe la ripresa del Paese, e un eccesso di aperture che potrebbe risolversi con il famoso 'passo del gambero', il rischio di tornare indietro. Comunque sono i politici, alla fine, a dover dare indicazioni».
Quanto ai risultati raggiunti dalla ricerca sul SarsCoV-2 del suo gruppo di lavoro, Galli dice che «a oggi abbiamo pubblicato oltre venti lavori.
Uno dei più significativi descrive bene i sintomi da Covid, un altro le sequenze genetiche del virus. Abbiamo, cioè, dimostrato che in Italia esiste un ceppo di virus dominante e una sua variante. Un altro ancora evidenzia la relazione fra l'infezione da Sars-CoV-2 e certe vaccinazioni, come quella anti-Pneumococco, uno studio pubblicato sulla rivista Vaccine da cui emerge un dato importante: si infetta di più con il Sars-CoV-2 chi non è vaccinato contro il virus dell'influenza o lo pneumococco. Viceversa sembrano più protetti i vaccinati». Dunque, per il virologo è bene «vaccinarsi il prima possibile, in autunno, contro l'influenza e le infezioni da pneumococco. Comunque con questo virus siamo destinati a convivere e dobbiamo fare del nostro meglio per star fuori dai guai. All'inizio della pandemia abbiamo provato di tutto. Oggi l'unico farmaco antivirale che sembra funzionare nelle polmoniti è il remdesivir. Anche i cortisonici hanno un certo effetto. Tutto il resto va verificato. Anche i vaccini, su cui sono ottimista».
Ultimo aggiornamento: Martedì 25 Agosto 2020, 10:40
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