Coronavirus, Galli: «I focolai ora sono nelle case ma i casi sono meno gravi grazie alle terapie precoci»
di Alessia Strinati
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Intervistato da La Stampa spiega come ci siano diversi focolai di virus all'interno di gruppi familiari chiarendo però che molti restano in isolamento in casa e che la malattia evolve senza bisogno di ricovero ospedaliero. Questo significa anche che il virus sta perdendo la sua forza, secondo l'infettivologo: «Da una settimana i casi sono meno gravi e non portano pressione sugli ospedali».
Il motivo di questo andamento è dovuto alla conoscenza del virus stesso: «All’inizio i malati erano gravi perché rimanevano a lungo in casa in un periodo in cui non si sapeva nulla della malattia mentre questa circolava. Ora con le misure di distanziamento tutti sono sensibilizzati e appena uno sta male corre in ospedale. Chi rimane in casa ha una forma leggera, ma può creare dei focolai che perpetuano il contagio».
Galli spiega che sarà necessario imparare a convivere con il virus, ma per far questo si dovrà fare maggiore attenzione alle persone in quarantena. L'ipotesi di metterli in alberghi o strutture isolate non è da escludersi, solo in quel modo si potrà avere la certezza che non hanno contatti con altri e non potranno infettarli.
Ultimo aggiornamento: Domenica 12 Aprile 2020, 11:22
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