Coronavirus fake-news: i pacchi non trasmettono la malattia, cani e gatti non possono infettarsi, la cura non è mangiare aglio

Coronavirus fake-news: i pacchi non trasmettono la malattia, cani e gatti non possono infettarsi, la cura non è mangiare aglio

di Valeria Arnaldi
Twitter, da ieri, ad ogni ricerca e hashtag sul coronavirus 2019-nCoV invita a collegarsi al sito del Ministero della Salute per avere informazioni ufficiali. Ad annunciare la misura, in coincidenza con la sua introduzione, è stato su Facebook il ministro della Salute Roberto Speranza: «Per fermare il coronavirus vanno anche contrastate le false informazioni». Ora, il ministero sta dialogando con Google, che a livello globale ha avviato un'iniziativa analoga con Who. A lanciare l'allarme infodemia, ossia l'epidemia di informazioni fake sul virus e sulla sua diffusione, nei giorni scorsi era stata l'Organizzazione Mondiale della Sanità.

È iniziata dunque la corsa a cercare di limitare il contagio delle false informazioni. La Croce rossa italiana, in un podcast, ha smontato alcune delle principali fake news. Anche la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e odontoiatri sta lavorando in tal senso, con la pubblicazione di una serie di schede ad hoc sul portale https://dottoremaeveroche.it.

Le falsità sono molte, a partire dalla convinzione che i migranti provenienti dall'Africa sulle coste italiane siano portatori del virus sviluppatosi in Cina fino ad arrivare al timore di poter essere contagiati semplicemente andando a mangiare in ristoranti cinesi.

ANIMALI DOMESTICI
Cani e gatti non possono infettarsi

Allo stato attuale non esistono prove che gli animali domestici e da compagnia, come cani o gatti, possano essere infettati dal coronavirus. Nè quindi che possano trasmetterlo all’uomo. «Tuttavia - ribadisce l’Organizzazione mondiale della Sanità - è sempre una buona idea lavarsi le mani con acqua e sapone dopo il contatto con gli animali domestici, per proteggersi da vari batteri comuni come l’escherichia coli e la salmonella». Non si segnalano accortezze speciali, quindi, ma solo le comuni regole di igiene.

MORBO EXPRESS
Pacchi e lettere non trasmettono la malattia

Il coronavirus non si trasmette tramite pacchi o lettere provenienti dalla Cina. Analisi precedentemente condotte sulla sopravvivenza di altri coronavirus, Sars e Mers, dimostrano che questi non sopravvivono a lungo sugli oggetti. Per il ministero della Salute «si stima che il rischio di trasmissione da prodotti o pacchi importati dalla Cina (mantenuti per alcuni giorni o settimane a temperatura ambiente) sia molto basso». Per l’Oms, il virus potrebbe sopravvivere al massimo circa trenta minuti.

I TREND DI GOOGLE
«Legame con la birra Corona»

Tra le tante fake news sul virus, anche, a causa del nome, un presunto legame con la birra Corona. Quelle che inizialmente potevano sembrare battute o al massimo fraintendimenti, si sono rivelate suggestioni inaspettatamente diffuse. Tra i “trend” delle ricerche Google ha preso spazio la ricerca “corona beer virus”. Il problema ha reso necessari chiarimenti ufficiali, in particolare da parte dei media americani. E la stesa azienda è stata costretta a smentire. Non esiste alcun legame tra la birra Corona e il coronavirus.

I RIMEDI (INUTILI) DELLA NONNA
Mangiare aglio, spalmarsi con olio di sesamo, fare risciacqui del naso con soluzioni saline e molto altro. Sul web si rincorrono fake news su rimedi casalinghi che potrebbero contrastare la diffusione del virus.
È la stessa Organizzazione mondiale della Sanità a fare chiarezza sui “metodi” più suggeriti on line. Non ci sono prove che mangiare aglio possa aiutare a prevenire l’infezione. E l’olio di sesamo non è in grado di uccidere il virus. Non è di alcuna utilità dunque usarlo sulla pelle, né sotto il naso. Lo stesso vale per alcuni disinfettanti chimici - anche questa voce si è diffusa sul web - a base di candeggina, solventi, etanolo al 75%, acido peracetico e cloroformi. Anzi. Sulla pelle, possono essere pericolosi. Non assicura protezione neppure il collutorio, che può eliminare alcuni microbi in bocca per pochi minuti ma non tutela dal coronavirus.
Tra i rimedi consigliati in Rete, il risciacquo regolare del naso con soluzione salina e anche qui a circolare sono fake news: può aiutare a riprendersi più rapidamente dal raffreddore comune, ma non ci sono prove che sia efficace pure nel caso del coronavirus.

COMPLOTTISMO
Il contagio creato ad arte: fantasia in Rete

Fake news e complottismi. Sul web si è sparsa la voce che il virus sarebbe stato appositamente creato in un laboratorio di Wuhan. La notizia, diffusasi in particolare sui social network statunitensi, è stata smentita dalle principali organizzazioni di fact-checkers. Di post in post, la voce ha trovato molti sostenitori, anche in versioni differenti e perfino con foto del presunto ingegnere responsabile della creazione del virus. Tutto falso. Non esistono brevetti per il coronavirus Wuhan.





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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 5 Febbraio 2020, 11:43
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