Sabrina Paravicini, un anno la scoperta del cancro: su Instagram il racconto commovente

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Sabrina Paravicini, attrice, sceneggiatrice, regista, combattente: lei è tutto questo e lo dal suo profilo Instagram. In un post pubblicato ieri sul suo profilo social, l'attrice ha raccontato di come esattamente 1 anno fa abbia scoperto di avere un tumore. Un male, un mostro, che in modo diretto o indiretto tocca la vita di milioni di persone. "Esattamente la notte tra il 16 e il 17 dicembre mi sono svegliata perché ho sentito accartocciarsi qualcosa dentro il mio seno" Inizia così il racconto di Sabrina su Instagram e prosegue con la descrizione di quelli che sono stati i primi passi che ha fatto verso la scoperta di questo nemico. Mammografia, ecografia... alla fine di tutti gli esami diagnostici ha scoperto di avere un carcinoma duttale infiltrante con una velocità di progressione alta e molto aggressivo. È passato un anno, e la Paravicini continua la sua cura. Parla di resilienza, di passato di futuro nel suo post.

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UN ANNO FA un anno fa esattamente la notte tra il 16 e il 17 dicembre mi sono svegliata perchè ho sentito "accartocciarsi" qualcosa dentro il mio seno. Qualcosa si è indurito dietro l'areola, l'ho sentito distintamente. Sembrava una manina che brandiva qualcosa dentro il mio seno. Mi sono spaventata e quella mattina sono andata a fare un'ecografia. Due giorni dopo la mammografia. Nulla, non si vedeva nulla. Alcuni tumori non si vedono. Bisogna indagare con altri esami diagnostici. Nel giro di sette giorni il mio seno è andato in ascesso e in un mese ho avuto la diagnosi. Carcinoma duttale infiltrante. Velocità di progressione alta. Molto aggressivo. Aveva creato un'area di 7 centimetri. Praticamente tutta la metà inferiore del mio seno sinistro. Oggi sono passata a salutare il mio chirurgo, mi ha chiesto se mi ricordavo tutte le emozioni fin dall'inizio. Gli ho detto sì. Mi ha detto che qualcuno rimuove tutto il momento della diagnosi. Mentre qualcuno si ricorda anche come era vestito il medico. Mi ha chiesto se avevo avuto paura. Gli ho detto sì, ma che non ho pianto. Abbiamo parlato di resilienza, di passato e di futuro. Io navigo a vista. Oggi ho fatto l'iniezione monoclonale nella gamba. Dura 5 minuti. Mentre l'infermiera mi spingeva lentamente il liquido nella gamba guardavo le pareti: di tutti i reparti dell'ospedale che ho visto quello del Day Hospital è il più bello, il più allegro, è quello dove si respira la speranza, la forza, la resilienza. Tornerò in ospedale tra tre settimane per la prossima iniezione, ne ho fatte 10 su 18. Oggi è stato il giro di vite. Il conto alla rovescia dell'ultima terapia è iniziato. Fino a qui tutto bene. #finoaquituttobene

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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 18 Dicembre 2019, 14:15
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