Piero De Faveri, guarito dopo 9 mesi di Covid: «I No vax vengano in terapia intensiva a vedere cosa succede»

Il racconto dell'uomo di 71 anni di Belluno

Piero, guarito dopo 9 mesi di Covid: «I No vax vengano in terapia intensiva a vedere cosa succede»

di Davide Piol

«Rispetto i pensieri di tutti, ma i No-vax dovrebbero entrare nelle Terapie intensive e vedere cosa succede. Lo dico per esperienza». Piero De Faveri, 71enne di Alano di Piave (Belluno), ha la voce spezzata e un po' rauca. Deve ancora riprendersi del tutto da un virus che l'ha trascinato in ospedale a marzo e gli ha consentito di tornare a casa soltanto ieri. Dopo nove mesi. Ha infatti subito gli effetti del Covid ed è rimasto in Rianimazione per un tempo che gli è parso interminabile. Ieri, ad attenderlo, con striscioni di bentornato appesi fuori casa e sul terrazzo del municipio, c'era tutta la comunità di Alano. «Sono ancora emozionato ha commentato al telefono in serata sono stati bravissimi e mi hanno reso felice. Mi sono sentito a casa, non solo fisicamente ma anche col cuore».

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LA SOFFERENZA

Gli ultimi 9 mesi, per De Faveri, sono stati un incubo. «Ho tanti vuoti ha raccontato e non ricordo bene: a volte non capivo dove fossi e non riuscivo a parlare perché intubato. Ho sofferto tanto». Il 71enne, ex camionista di Alano, ha contratto il virus a marzo. Non c'era il vaccino a proteggerlo, per il semplice motivo che l'Ulss non aveva ancora aperto alla sua fascia d'età. Ha fatto un primo test rapido: negativo. Eppure, le sue condizioni continuavano a peggiorare.

Così ha chiamato l'ambulanza che l'ha portato all'ospedale di Feltre dove è emersa la positività. «Ho perso qualche giorno e questo forse ha influito ha continuato De Faveri È stata dura, specialmente in Rianimazione. Ogni tanto rinvenivo e mi accorgevo che portavano fuori più gente di quella che entrava». E specifica: «Non usciva viva, questo mi ha fatto paura. Ricordo di più gli ultimi 2-3 mesi quando ormai ero fuori pericolo. Ma faccio fatica a respirare ancora adesso e dovrò tornare in ospedale per alcune visite».

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FINE DI UN INCUBO

L'incubo è terminato ieri e De Faveri ha potuto farsi cullare dall'affetto della sua famiglia ma anche di tutta la comunità di Alano. «Questa mattina (ieri, ndr) ha confidato il sindaco Amalia Serenella Bogana gli abbiamo detto da lontano: Gli alpini non mollano mai.

E abbiamo pensato, come amministrazione, di fargli questo striscione per dirgli bentornato». De Faveri «è una persona che si fa voler bene e questi mesi di ospedale ci hanno fatto preoccupare molto». Ad Alano ci sono 8 positivi e 4 persone in quarantena. «Pensavamo di averla scampata ha aggiunto Bogana. Ci preoccupano soprattutto la scuola e la casa di riposo dove hanno bloccato le visite. Mi sembra di essere tornata indietro».

 

LE CIFRE

I bellunesi con il virus sono 657 (ieri sono emerse 57 nuove positività). Mentre i pazienti covid sono 11, di cui 8 in area non critica e 3 in Terapia intensiva. L'unico modo per affrontare l'inverno con maggiore tranquillità è quello di proteggersi attraverso il vaccino. Ieri, a Cortina d'Ampezzo, sono state somministrate 500 prime e terze dosi tramite i medici di medicina generale e il supporto della Protezione Civile. Cortina si prepara a un Natale sicuro. E la risposta dei cittadini c'è stata, tanto che nel pomeriggio i carabinieri hanno scortato ulteriori dosi di vaccino. Sempre ieri, ma a Belluno, si è svolta la 18esima manifestazione contro il green pass a cui hanno partecipato tra le 80 e le 90 persone. Piero De Faveri, finalmente a casa dopo 9 mesi di ospedale, ha voluto rivolgersi proprio a loro: «Se entrassero in Rianimazione si renderebbero conto che bisogna fare il vaccino e che è l'unica speranza per uscirne. Faccio un appello ai No-vax: vi prego di farlo, fidiamoci dei medici».



Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Febbraio 2023, 10:04
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