Ancona, il Covid uccide due no-vax e un anziano con una sola dose. Quattro bimbi positivi, uno è in rianimazione

Ancona, morti due no-vax e un anziano con una sola dose. Quattro bimbi positivi, uno è in rianimazione

di Maria Cristina Benedetti

ANCONA - Agli Ospedali Riuniti si procede (viaggia) a doppia velocità. Si corre con le terze dosi, lungo le quattro linee dell’hub vaccinale organizzato, a Torrette, negli ampi spazi dell’aula Toti. Si frena sul fronte del contenimento della pandemia. Nelle ultime 48 ore tre pazienti non sono sopravvissuti alla recrudescenza del Covid.

Martedì in terapia intensiva è morto un uomo di 48 anni, di Vallefoglia: gravato da altre patologie, non era vaccinato. Non era passato per le strade dell’immunizzazione neppure il 75enne, di Serra de’ Conti, sconfitto dal virus il giorno seguente nel reparto di malattie infettive. Aveva ricevuto, invece, una sola (somministrazine) dose la 90enne di Ancona che ha messo fine alla sua esistenza ieri. Era sempre in cura in malattie infettive, costretta in un equilibrio molto precario per via di altri mali che l’assillavano.  



Il neonato 

Non schiva il nuovo, seppur meno virulento, schiaffo pandemico il pediatrico. Al Salesi, dove i positivi ricoverati sono saliti a quattro, un bimbo di Loreto, venuto al mondo il 30 ottobre, emette i suoi primi vagiti in rianimazione. Nonostante le sue condizioni siano critiche non sarebbe in pericolo di vita. La mamma positiva è stata sistemata in malattie infettive. I due non sono mai usciti di lì. In sintesi, dei 33 posti letto riconvertiti alla cura del virus, tra la struttura di via Conca e il pediatrico, ieri ne erano occupati 25 in tutto. Un livello d’allerta che per ora non verrà ritoccato al rialzo. 


Il confronto 

Contiene l’effetto-smottamento Antonello Maraldo. «Mercoledì scorso - riordina i passaggi obbligati - abbiamo riunito la nostra unità di crisi interna per esaminare l’evolversi della situazione. Un confronto dal quale è emersa la sintesi: non innalzare il grado d’allarme. Il monitoraggio, tuttavia, è strettissimo». Il che si traduce, per voce diretta del direttore ammistrativo: «Siamo pronti a reagire subito qualora la situazione dovesse peggiorare. Non possiamo restare indifferenti alle notizie sull’impennata dei contagi che arrivano dall’Europa dell’est e della Germania». Un essere al culmine dell’attenzione che, a Torrette, è un agire, netto: spingere al massimo sulle vaccinazioni. Dal 27 dicembre 2020, il V-day, data d’inizio della campagna d’immunizzazione, sono state somministrate 76.204 dosi: 38.057 prime, 35.499 seconde e 2.648 terze. Maraldo aggiorna il dato ricordando che ieri si è viaggiato al ritmo di 370 di quelle pozioni per debellare un virus che non dà tregua da oltre un anno e mezzo. «Continuiamo convinti con la pratica degli open day, la formula che consente di recarsi al centro senza prenotazione, perché favorisce l’approccio all’immunizzazione». Con un doveroso distinguo: «Questi numeri importanti - è il nota bene del direttore - sono sostenuti dalla partecipazione di massa dei nostri sanitari alla campagna pro-terza dose».


La determina 
Un fronte compatto, i cui perimetri sono incisi dalla legge 76, che recepisce il decreto 44 di aprile: profilassi obbligatoria per chi è impegnato in corsia. A parte qualche fenditura, che ne mette in ombra la coesione. È di ieri pomeriggio l’ultima determina firmata dai tre direttori, Caporossi-Maraldo-Pasqualucci, con la quale scatteranno altre sei sospensioni no vax.

Un medico, tre operatori socio-sanitari e due infermieri che non ne hanno voluto sapere della campagna d’immunizzazione per sfiancare il Covid. La storia si ripete: due giorni di ferie d’ufficio e poi l’allontanamento dall’attività, con il blocco dello stipendio. Fino al 31 dicembre, a meno di un ripensamento della scelta fatta. Niente sconti. 


Ultimo aggiornamento: Venerdì 5 Novembre 2021, 09:33
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