Johnson&Johnson condannata a pagare 8 miliardi di dollari: farmaco fa crescere il seno agli uomini
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Insomma colpevoli di aver tradito la fiducia dei consumatori, che ora chiedono danni e li ottengono a suon di milioni se non di miliardi. Già alle prese con la grana del borotalco, oggetto di migliaia di cause, Johnson & Johnson torna ora nei guai per un altro dei suoi prodotti più popolari. Il Risperdal, usato per curare la schizofrenia e l'irritabilità legata all'autismo, è stato infatti uno dei farmaci più venduti da J&J fino a quando non ne ha perso il brevetto di esclusività nel 2008. I primi guai legati al Risperdal sono emersi nel 2013, quando J&J ha patteggiato il pagamento di 2,2 miliardi in sanzioni penali e civili per marketing scorretto. A sei anni di distanza arriva ora la nuova batosta.
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Sul Risperdal, così come sul 'talco all'amianto', la società è accusata di essere stata a conoscenza dei pericoli del suo prodotto senza però condividerli con né con i medici, ai quali è stato presentato come farmaco sicuro, né con i consumatori. E se il talco è accusato di causare il cancro, il Rispardal è accusato di provocare un ingrossamento delle mammelle negli uomini, ovvero la ginecomastia. Proprio su questa base Nicholas Murray ha fatto causa a Johnson & Johnson e si è visto riconoscere danni per 8 miliardi di dollari. Un conto salato per la società, alla quale lo scorso anno sempre un giuria - in quell'occasione di St. Louis - ha imposto di pagare 4,69 miliardi di dollari a 22 donne malate di cancro alle ovaie di cui, a loro avviso, il responsabile è il borotalco. Ma i guai di Johnson & Johnson si estendono fino all'epidemia degli oppioidi negli Stati Uniti: un giudice dell'Oklahoma le ha imposto di pagare 572 milioni per aver contribuito alla crisi nello stato.
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La decisione dei giurati di Philadelphia è duramente criticata da Johnson & Johnson che farà probabilmente appello contro «un verdetto eccessivo e infondato». La speranza del colosso è che, come accaduto in passato, il giudice riveda drasticamente al ribasso la cifra da pagare. È questa la speranza che ha spinto Bayer a fare appello contro i pesanti verdetti sul Roundup, il diserbante al glifosato portato in eredità da Monsanto. E nell'ultimo caso Bayer l'ha spuntata: un giudice ha ridotto drasticamente, da 2 miliardi di dollari e 87 milioni, la cifra che il colosso deve pagare a una coppia della California che ha accusato il diserbante di essere responsabile del suo cancro.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Ottobre 2019, 20:30
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