Gli scienziati dell'Università di Oxford, che stanno guidando la corsa globale per ottenere un vaccino, hanno fissato un obiettivo minimo di protezione del 50%, anche se già si è arrivati al 90%. Dunque, se è al 50% non vuol dire che il vaccino funzioni a metà: normalmente per ogni nuovo prodotto si deve fissare un TPP (Target Product Profile), tanto che la rivista scientifica "The Lancet" ha pubblicato due studi secondo i quali il vaccino ChAdOx1 (messo a punto dallo Jenner Institute della Oxford University con la collaborazione della italiana Irbm, ha indotto «una forte risposta immunitaria» contro il SarsCov2 con il quadruplicarsi degli anticorpi nel 95% dei partecipanti alla sperimentazione ad un mese dalla vaccinazione.
Secondo il Times, il governo ritiene che un vaccino sarà pronto nella prima metà del prossimo anno. Il capo consulente scientifico Sir Patrick Vallance ha detto che un certo numero di candidati ha dimostrato di poter generare una risposta immunitaria che dovrebbe essere protettiva.
Scientists warn first coronavirus vaccine is unlikely to prevent people catching the bug and might only alleviate symptoms https://t.co/Vx53jdRQM1
— The Sun (@TheSun) September 25, 2020
Tuttavia, potrebbe essere necessario ancora attuare misure di allontanamento sociale e altre misure igieniche durante il lancio del vaccino, sebbene ciò dipenderà dal successo del colpo stesso. Una fonte del governo ha detto al giornale: «Sembra che il risultato più probabile a breve e medio termine sia trovare un vaccino, o due dosi di un vaccino, che però riducano solo la gravità dei sintomi». In uno scenario ideale, un vaccino potrebbe fornire "immunità sterilizzante", che blocca completamente l'infezione. Ma gli esperti ritengono che le persone potrebbero aver bisogno di una prima dose di vaccino Covid-19 e poi un richiamo un mese dopo, per evitare di contrarre il virus. Il capo scienziato dell'Organizzazione mondiale della sanità, il dottor Doumya Swaminathan, afferma che almeno il 60-70% della popolazione dovrebbe essere immune per «spezzare davvero la catena di trasmissione». Di conseguenza, un vaccino con un livello di efficacia solo del 50% renderebbe difficile per il paese ottenere l'immunità di gregge.
Che sarebbe il massimo per ogni Paese.
The evidence feeding into the Scientific Advisory Group for Emergencies #SAGE is now live. This is supporting the government response to #COVID19 https://t.co/Ya9VYyIVeu pic.twitter.com/ImxLZSKeFg
— Sir Patrick Vallance (@uksciencechief) March 20, 2020
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Charlie Weller, capo dei vaccini presso l'ente di beneficenza Wellcome Trust, ha dichiarato al Times: «Dobbiamo gestire le aspettative di tutti su ciò che questi primi apripista dei vaccini possono effettivamente fare. C'è molta speranza, comprensibilmente, riposta su un vaccino, sperando che ci riporterà alla normalità il giorno successivo - ma non sarà la soluzione perfetta; non sarà il proiettile d'argento». Matt Hancock spera ancora che il Regno Unito abbia un vaccino contro il coronavirus entro la fine dell'anno, ma è più probabile che sia raggiunto «all'inizio del 2021».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Febbraio 2023, 06:23
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