Vaccino, Cauda: «Io lo farò sicuramente, solo così ne usciremo. Rischi ridottissimi»

Video

di Michela Allegri

Il professor Roberto Cauda, ordinario di Malattie infettive all'Università Cattolica e direttore dell'Unità operativa di Malattie infettive del Gemelli di Roma, non ha dubbi: «Se mi vaccinerò? Assolutamente sì. Sarà l'unico modo per uscire dalla pandemia».

LEGGI ANCHE Vaccino, bufera su Crisanti. I virologi: i suoi dubbi sono infondati


Professore, pensa che i vaccini anti-Covid saranno sicuri?
«I dati sono interessanti. Sono già 8 i vaccini in fase 3, cioè fase di sperimentazione avanzata. E hanno mostrato efficacia in termine di produzione di anticorpi e sicurezza in termini di effetti collaterali, che sono stati modesti e transitori: febbre, mal di testa, dolori muscolari. Si tratta di vaccini moderni, frutto di una moderna ricerca scientifica. Le nuove tecnologie hanno consentito di giungere ad elaborarli e produrli in tempi celeri».


Non ci sono rischi in una sperimentazione troppo breve?
«Sono fiducioso sia sulla validità delle procedure che sono state seguite, sia sulla bontà dei dati in termine di efficacia. Si tratta di vaccini prodotti in tempo di record, è vero, ma la risposta immunitaria riguarda già mesi.

C'è una lunga esperienza in termini di vaccinazioni. Oltretutto solitamente c'è una maggiore frequenza di effetti collaterali all'inizio della sperimentazione, quelli a lungo termine non si possono escludere, ma sono rari. Sono confidente anche sulla futura valutazione dei dossier. Gli organi regolatori, come l'Aifa, l'Ema, la Fda, valuteranno questi prodotti con attenzione».


Lei si vaccinerà?
«Decisamente sì, se tutto quello che ho detto seguirà il suo iter. Quando gli organi valutatori si esprimeranno favorevolmente sicuramente mi vaccinerò».


Perché sarà importante vaccinarsi?
«Non ci sarà un obbligo, ma sarà l'unico modo per uscire dalla pandemia. Noi ora non riusciamo a prevedere le mosse del virus, lo stiamo inseguendo. Per evitare che continui a circolare bisognerà fare una vaccinazione a cerchie concentriche, partendo da addetti ai lavori e categorie fragili, e arrivando gradualmente al 70 per cento della popolazione. Ma non sarà possibile riprendere subito la vita normale: anche quando arriverà il vaccino dovremo continuare a rispettare il distanziamento e a indossare le mascherine».


Può fare qualche previsione?
«Penso che il 2021 sarà l'anno della svolta. Anche a livello psicologico il fatto di avere il vaccino ridurrà molto il pathos legato alla malattia».


Ultimo aggiornamento: Sabato 21 Novembre 2020, 07:40
© RIPRODUZIONE RISERVATA