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Risultato della ricerca coordinata da Kun Zhang, dell'Università della California a San Diego, il test promette di avere importanti ricadute sulla sopravvivenza dei malati di tumore, grazie alla diagnosi molto precoce.
In questo modo diventa possibile intervenire con farmaci o con la chirurgia quando il tumore è nei primissimi stadi della sua formazione. Non si tratta certamente, rilevano i ricercatori, di "indovinare" se una persona si ammalerà: quelli che il test va a cercare sono i segnali, estremamente precoci, di un cambiamento in atto nel modo in cui si replica il Dna. Identifica cioè nel sangue le firme della metilazione, il processo che in condizioni normali accompagna la replicazione del Dna, ma che in presenza di tumori può subire delle alterazioni. La tecnica è stata messa alla prova su 605 individui asintomatici, a 191 dei quali in seguito è stato diagnosticato un tumore. A questi test si sono aggiunti quelli condotti su 223 persone con tumore e su 200 tessuti tumorali. Il risultato è stato incoraggiante perché ha dimostrato di poter fare una diagnosi per cinque forme diffuse di tumore.
Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Luglio 2020, 17:53
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