Un nuovo studio ha documentato come il nostro cervello reagisce ogni qual volta vediamo dei volti coperti dalle mascherine. La nuova ricerca è stata appena pubblicata sulla rivista internazionale Neuropsychologia. Il progetto è stato condotto dal professor Luca Tommasi e dalle ricercatrici Giulia Prete e Anita D'Anselmo del Dipartimento di Scienze Psicologiche, della Salute e del Territorio dell'Università Gabriele D'Annunzio di Chieti-Pescara.
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Le mascherine ci influenzano emotivamente
La scoperta ha dimostrato che, il disagio psicologico che sperimentiamo nell'interagire con persone che indossano la mascherina è strettamente correlato a una variazione dell'attività cerebrale. I partecipanti allo studio studio sono stati sottoposti alla visione di centinaia di volti arrabbiati o felici, con o senza la mascherina. Nel mentre veniva registrata la loro attività cerebrale tramite elettroencefalografia (EEG). I risultati, hanno dimostrato una difficoltà oggettiva nel riconoscere le emozioni dei volti coperti dalle mascherine, in più la risposta della corteccia cerebrale è risultata alterata rispetto alla norma su tutti i soggetti durante la visione di quei volti.
In particolar modo in coloro che hanno meno a che fare giornalmente con le mascherine. Questi risultati rientrano all'interno di un'area di studi internazionali che hanno già dimostrato come le mascherine indeboliscano la nostra capacità di percepire gli altri. «La pandemia ha influenzato le abitudini e i comportamenti di tutti noi», spiega il professor Luca Tommasi, docente di Psicobiologia e Psicologia fisiologica alla D'Annunziò. «Fiumi d'inchiostro sono stati spesi per commentare gli effetti psicologici e sociali spesso problematici che il virus ha portato con sé anche nella vita quotidiana. É il caso, appunto, delle mascherine, dispositivo di protezione fondamentale per ostacolare la diffusione virale ma che, allo stesso tempo abbiamo sperimentato essere un'interferenza negativa per la nostra vita sociale.
Le conclusioni
«I risultati delle nostre ricerche», dice Tommasi «costituiscono una dimostrazione scientifica di come il nostro cervello si stia adattando a vedere volti mascherati a causa dei vincoli imposti dalla pandemia. Si tratta di un cambiamento cerebrale prevedibile sul piano teorico, ma che nessuno aveva ancora documentato e su cui la comunità scientifica dovrà interrogarsi ancora, anche in vista delle possibili ripercussioni di questo cambiamento sullo sviluppo delle capacità sociali nei bambini, nei quali la normale esposizione ai volti permette sin dalla nascita la costruzione di circuiti cerebrali predisposti a riconoscere le altre persone».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Febbraio 2023, 21:16
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