«Sebbene sia impossibile fare una diagnosi post-mortem su una persona vissuta 500 anni fa - afferma l'esperto - sono convinto che l'Adhd rappresenti l'ipotesi più convincente e scientificamente plausibile per spiegare la difficoltà di Leonardo nel portare a termine i propri lavori.
I documenti storici indicano che impiegava fin troppo tempo per pianificare i suoi progetti ma mancava di perseveranza. L'Adhd potrebbe spiegare vari aspetti del suo temperamento e del suo genio stranamente inconstante». Irrequietezza, inconcludenza, continua procrastinazione: i tipici segni dell'Adhd sono presenti fin dall'infanzia di Leonardo e persistono per tutta la sua esistenza. Le fonti storiche lo descrivono come un uomo sempre in movimento, pronto a saltare da un lavoro a un altro: spesso insonne, poteva lavorare ininterrottamente giorno e notte facendo solo brevi pisolini. Fa pensare all'Adhd anche il fatto che fosse mancino, probabilmente dislessico e con l'emisfero cerebrale destro dominante nei processi linguistici, tutte caratteristiche piuttosto comuni nei pazienti iperattivi.
A cinque secoli dalla sua morte, «spero che il caso di Leonardo dimostri come l'Adhd non sia legato a un basso quoziente intellettivo o a mancanza di creatività - continua Catani - ma piuttosto alla difficoltà di capitalizzare il proprio talento naturale. Mi auguro che l'eredità di Leonardo ci aiuti a cambiare lo stigma che circonda l'Adhd».
Ultimo aggiornamento: Domenica 26 Maggio 2019, 22:09
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