Diabete e Parkinson, le terapie farmacologiche possono interagire per rallentare l'insorgenza della diffusa malattia degenerativa. I farmaci anti-diabete ritardano l'insorgenza del Parkinson. Una ricerca condotta su 8mila pazienti dal Centro Parkinson e parkinsonismi dell'Asst Gaetano Pini-Cto di Milano, con il contributo delle Fondazione Grigioni per il morbo di Parkinson, ha mostrato che questa patologia si manifesta mediamente 6 anni dopo nei pazienti che assumono farmaci contro il diabete. La ricerca, pubblicata sul 'Journal of Neurology', getta le basi per lo sviluppo di nuove terapie neuro-protettive.
Parkinson: nuove prospettive dai farmaci anti-diabete https://t.co/3WYkeb0ynw
— Tecnomedicina (@tecnomedics) February 3, 2023
Si stima che in Italia le persone affette dal morbo di Parkinson siano circa 450mila, e in costante aumento (erano 230mila nel 1990). «Lo studio suggerisce una proprietà neuro-protettiva dei farmaci anti-diabetici e apre alla prospettiva di somministrare medicinali anti-diabete, come la metformina, che possono essere assunti anche da chi non è affetto da questa patologia, in persone predisposte a sviluppare la malattia di Parkinson con l'obiettivo di ritardarne l'insorgenza - osserva Gianni Pezzoli, primo autore della ricerca, presidente della Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson e dell'Associazione italiana Parkinsoniani - I dati raccolti sono molto significativi e spingono a indagare non solo la capacità preventiva dei farmaci anti-diabetici ma anche il loro ruolo nel ridurre la progressione del Parkinson quando è già insorto». La ricerca, basata su un'indagine su oltre 8.000 pazienti visitati al Centro Parkinson tra il 2010 e il 2019, ha fatto emergere che nei pazienti con diabete, che assumono farmaci per questa patologia, l'insorgenza del Parkinson avviene dopo i 66 anni, mentre nei non diabetici il Parkinson si manifesta intorno ai 60 anni.
Parkinson, i primi segnali: linguaggio più calmo e meno espressività. Il risultato in una ricerca
Parkinson, i sintomi
La ricerca è stata possibile grazie alla banca dati del Centro Parkinson e parkinsonismi dell'Asst Gaetano Pini-Cto di Milano in Regione Lombardia, in cui sono presenti oggi 37mila pazienti. La ricchezza e la qualità della casistica raccolta hanno consentito di estrarre i dati significativi sull'interazione tra diabete e Parkinson. «Questa pubblicazione getta le basi per l'avvio in futuro di studi clinici comparativi molto solidi in cui somministrare i medicinali anti-diabetici alle persone che presentano i fattori di rischio del Parkinson, come la presenza della malattia in famiglia, oppure sintomi antecedenti all'esordio del morbo come «l'agitazione notturna, la riduzione dell'olfatto, e anche segni ancora più generici come la stipsi e una lieve depressione», afferma Ioannis Isaias, direttore del Centro Parkinson e parkinsonismi dell'Asst Gaetano Pini-Cto di Milano.
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Lo studio è stato condotto su 8.120 pazienti parkinsoniani visitati al Centro Parkinson tra il 2010 e il 2019. «È stato osservato che i 413 pazienti con diabete, che assumevano farmaci per questa patologia, hanno manifestato il Parkinson mediamente dopo i 66 anni. Nelle 7.707 persone non diabetiche il morbo insorgeva invece poco dopo i 60 anni - rimarcano i ricercatori - I numeri suggeriscono pertanto un ruolo dei farmaci anti-diabetici nel ritardare l'insorgenza del Parkinson e sono in linea con altre pubblicazioni presenti in letteratura scientifica sulle capacità neuro-protettive, osservate su modelli animali, della metformina (farmaco che potrebbe essere assunto dai non diabetici)».
Ultimo aggiornamento: Sabato 4 Febbraio 2023, 08:00
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