Covid, «antinfiammatorio per l'artrite riduce la mortalità». La ricerca del San Raffaele

«Antinfiammatorio per l'artrite riduce la mortalità». La ricerca del San Raffaele

«I tassi di mortalità del Covid-19 sono in buona parte associati all'emergere, nei pazienti con forme gravi della malattia, della cosiddetta sindrome da tempesta citochinica, uno stato iper-infiammatorio», spegnerla è possibile: basta colpire la citochina giusta, che è l'interleuchina-1 (Il-1). L'inibitore di Il-1 anakinra riduce infatti la mortalità nei malati gravi. A dimostrarlo è una ricerca dell'Irccs ospedale San Raffaele, pubblicata su 'The Lancet Rheumatology'.

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Il lavoro, uno studio comparativo, indica la superiorità terapeutica del farmaco antinfiammatorio anakinra rispetto a tocilizumab e suggerisce l'importanza del trattamento precoce. La ricerca è coordinata da Lorenzo Dagna, primario dell'Unità di Immunologia, Reumatologia, Allergologia e Malattie rare del San Raffaele, professore associato dell'Università Vita-Salute San Raffaele, e da Giulio Cavalli, medico ricercatore della stessa Unità. L'analisi statistica dei dati è stata possibile anche grazie alla collaborazione con i ricercatori dell'Istituto di ricerca urologica (Uri) del San Raffaele. Anche questa sperimentazione - riferiscono dall'Irccs di via Olgettina - è parte del maxi studio osservazionale Covid-19 che ha incluso 1.400 pazienti ricoverati per Covid, avviato nel marzo scorso al San Raffaele con il coordinamento di Fabio Ciceri, direttore scientifico dell'Istituto e primario dell'Unità di Ematologia e Trapianto di midollo, e di Alberto Zangrillo, direttore delle Unità di Anestesia e Rianimazione generale e cardio-toraco-vascolare e prorettore dell'Università Vita-Salute San Raffaele. 

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Il farmaco è usato contro l'artrite reumatoide e altre patologie infiammatorie 

Lo studio - spiegano gli autori - mette a confronto per la prima volta l'efficacia di due diversi tipi di antinfiammatori in una coorte di pazienti con forme gravi di Covid-19: l'inibitore di Il-1 anakinra e gli inibitori dell'interleuchina-6 (Il-6) tocilizumab e sarilumab. Secondo i risultati, a differenza di questi ultimi due farmaci solo anakinra ha prodotto una riduzione sostanziale della mortalità: «La citochina da colpire è proprio Il-1», affermano gli scienziati. «Lo studio - evidenziano - dimostra anche la necessità di intervenire in modo tempestivo, dal momento che i pazienti trattati prima (quando gli indicatori dello stato infiammatorio erano più bassi) sono anche quelli che hanno avuto la prognosi migliore». «I tassi di mortalità del Covid-19 sono in buona parte associati all'emergere, nei pazienti con forme gravi della malattia, della cosiddetta sindrome da tempesta citochinica, uno stato iper-infiammatorio caratterizzato da una risposta immune eccessiva e dannosa - sottolinea Dagna - Fin dall'inizio si è ipotizzato che le citochine più coinvolte nel processo infiammatorio fossero Il-1 e Il-6».

Ma se «i primi tentativi di trattamento si erano concentrati sull'inibizione di Il-6, soprattutto attraverso la somministrazione di tocilizumab», il gruppo di Dagna è stato tra i primi a tentare nuove strade terapeutiche dopo aver osservato la scarsa efficacia di tocilizumab. Proprio il San Raffaele è stato dunque «il primo Istituto al mondo che ha testato l'efficacia di anakinra, un farmaco utilizzato abitualmente per l'artrite reumatoide e altre gravi patologie infiammatorie.

L'intuizione - rivendicano dall'Irccs - è frutto di una expertise unica al mondo nel campo delle terapie che interferiscono con Il-1».

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Obiettivo terapie anti-covid sempre più personalizzate

«Il fatto che Il-1 sia un target terapeutico vincente è probabilmente dovuto al fatto che questa molecola precede il rilascio di Il-6. Ciò significa che con anakinra interveniamo in modo mirato a monte della cascata dei segnali infiammatori», analizza Cavalli, primo autore del lavoro. «I dati del nostro studio, il primo a comparare tra loro i due trattamenti, per altro in un contesto complesso come quello pandemico - precisa - mettono ulteriore chiarezza sull'efficacia di questo approccio». La ricerca dimostra inoltre l'importanza di intervenire in fase precoce, quando i danni indotti dalla malattia sono ancora contenuti. «L'obiettivo della ricerca clinica su Covid-19 è andare, sempre di più, verso una personalizzazione delle terapie: non solo rispetto alle diverse categorie di pazienti, ma anche alle diverse fasi di malattia - commenta Dagna - Anakinra costituisce, se somministrato al momento giusto e ai pazienti giusti, un ulteriore strumento per evitare le progressioni più pericolose dell'infezione da Sars-CoV-2. Stiamo in questi giorni avviando uno studio randomizzato internazionale che ancor meglio sostanzierà l'efficacia e la sicurezza di questa molecola nei pazienti con Covid-19».


Ultimo aggiornamento: Sabato 6 Febbraio 2021, 07:37
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