Coronavirus, infermiera aggredita a sputi in faccia: «Basta adesso abbiamo paura»
“A causa della potenziale patogenicità del virus nei tessuti testicolari, i medici dovrebbero prestare attenzione al rischio di lesioni testicolari nei pazienti durante il ricovero e in seguito al follow-up clinico, in particolare la valutazione e l'intervento appropriato nella fertilità dei giovani pazienti”, si legge nello studio cinese. Il dubbio è che l'infezione possa determinare una "compromissione dell'omeostasi immunitaria nei testicoli", una condizione in grado di causare l'orchite (un'infiammazione dei testicoli), che a sua volta potrebbe ridurre il numero di spermatozoi e forse portare alla sterilità.
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«Nel testicolo ci sono i recettori ACE2, punti di ingresso del coronavirus nella cellula umana - spiega Ermanno Greco, professore straordinario di Ostetricia e ginecologia dell’Università Unicamillus di Roma - ma per avere certezze dobbiamo aspettare altri studi.
Gli uomini che hanno contratto la malattia dovrebbero consultare un medico, se vogliono diventare papà, in modo che i problemi possano essere rilevati con un semplice test per la fertilità e trattati il più presto possibile. E’ noto che il testicolo contiene in elevata quantità e in diverse zone i famigerati recettori ACE2, a cui il virus si lega con le sue 'spike proteins', cioè con quelle punte esterne che tutti abbiamo visto nelle foto del Covid-19. Il consiglio è quello di sottoporsi al test di fertilità. Al momento non abbiamo dati sulla presenza e permanenza del virus a livello del liquido seminale come avviene per l’Hiv o più semplicemente per i virus B e C dell’epatite virale. Sicuramente la possibilità di testare la presenza del virus all’interno del liquido seminale potrebbe darci delle indicazioni maggiori».
Ultimo aggiornamento: Sabato 28 Marzo 2020, 14:03
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