Covid-19, oltre 20 neonati in Italia con il virus: nessuno è grave. Villani: «Importante poi allattamento»

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Sono tra i 20 ed i 25 i neonati in Italia positivi al virus SarsCov2, ma nessuno ha sintomi importanti e si tratta di una condizione che non desta particolari preoccupazioni. A rassicurare, dopo l'ultimo caso segnalato oggi all'ospedale Beauregard di Aosta, è il presidente della Società italiana di pediatria Alberto Villani. La segnalazione più recente riguarda un bambino nato ad Aosta e risultato positivo dopo il parto, avvenuto la scorsa settimana. La madre, residente nella cintura di Aosta, anche lei positiva, ha partorito con 38 di febbre.

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Il risultato del tampone è arrivato il giorno dopo la nascita e all'interno dell'ospedale Beuregard è stata riorganizzata la degenza nei reparti di Ostetricia e Pediatria. Ancora non chiara è però la modalità del contagio nei più piccoli. Ad oggi infatti, spiega Villani all'ANSA, «non è stata dimostrata la trasmissione verticale da madre a feto durante la gravidanza. Presumibilmente, dunque, questi bambini si sono infettati a seguito del contatto con la madre, positiva, durante o dopo il parto». Dopo la nascita da madre positiva al SarsCov2, al bambino viene effettuato il tampone e «sono vari i casi in Italia di positività anche tra i neonati».

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Villani invita però a non allarmarsi: «È stato osservato - sottolinea - che i neonati positivi non presentano sintomi importanti. Possono restare con la madre in ospedale ed essere dimessi insieme. Una volta usciti dall'ospedale, però, è importante che anche i neonati siano posti in quarantena insieme alla mamma. Questa condizione di positività nei neonati, comunque, non desta particolare preoccupazione». Al contrario, afferma Villani, «ci sono studi che dimostrano l'importanza dell'allattamento al seno anche per questi bambini, che non vanno assolutamente privati del latte materno anche se la mamma è positiva».

Dunque, nessun allarme nel caso si verificasse una positività subito dopo la nascita, rassicura l'esperto, il quale si dice invece «più preoccupato per i rischi che corrono gli altri bambini malati ma no-Covid». Infatti, avverte, «per paura di un eventuale contagio, molti genitori stanno ritardando o posticipando la venuta in ospedale in caso di necessità o di visite. Così stiamo vedendo vari casi di bambini con appendicite che giungono in ospedale tardi, già in peritonite; o ancora, sono sempre di più i casi di bimbi con malattie croniche o cardiopatici le cui visite vengono rimandate». Da qui l'appello del presidente dei pediatri: «I bambini devono fare i controlli, soprattutto se con patologie croniche, ed i genitori non devono avere paura perchè i nostri ospedali sono attrezzati e ci sono percorsi ad hoc no-Covid totalmente sicuri». 
Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Aprile 2020, 20:42
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