Variante Delta, Lopalco: «Chiusure graduali se il contagio corre, sulle vaccinazioni si può fare di più»

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di Mauro Evangelisti

«In Puglia abbiamo qualche focolaio nel Salento, nelle località turistiche, dove il virus sta circolando soprattutto tra i giovani o in ambito familiare. Ancora però non è un problema di sanità pubblica, perché non si stanno riempendo gli ospedali. Dobbiamo e possiamo evitare che lo diventi».
Pier Luigi Lopalco, professore di Igiene generale e applicata all'Università di Pisa, è assessore alla Sanità in Puglia, una delle regioni che ogni estate riceve più turisti dal resto d'Italia, ma anche da Paesi stranieri.

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I casi positivi stanno aumentando, anche da voi. E anche l'illusione di potere creare delle isole Covid free, per l'estate, è finita.
«Da noi, alle Tremiti, per ora non ci sono problemi. Però diciamolo chiaramente: quando si parlava di isole Covid free perché si vaccinavano gli abitanti o una parte di loro, si doveva immaginare che non potesse durare per sempre. O chiudi tutto o è evidente che il virus può arrivare con i turisti».
E può contagiare quella parte di popolazione locale che magari ha rifiutato di vaccinarsi o quella piccola percentuale che non sviluppa l'immunità. Questo ormai lo abbiamo imparato. Però cosa possiamo fare ora per limitare i danni di una estate in cui la variante Delta sta volando e un nuovo positivo su 4 ha meno di 18 anni? Serve il coprifuoco? Dobbiamo chiudere tutto?
«Premettiamo: fino a quando a contagiarsi sono i ragazzi, nella stragrande maggioranza dei casi non ci sono conseguenze sanitarie significative. Gli ospedali non si stanno riempendo».
Però prima o poi questi ragazzi torneranno a casa e contageranno magari familiari che non hanno voluto vaccinarsi e che poi rischiano di finire in terapia intensiva?
«Questo è il nodo vero. Ci siamo dati un sistema di controllo del rischio collegato ai ricoveri, delle regole che fanno scattare delle chiusure graduali ogni qual volta vengano raggiunti alcuni parametri di controllo. Se aumenta il tasso di riempimento dei posti letto in area medica e in terapia intensiva, una regione va prima in zona gialla, poi arancione e anche in rosso. Ecco, queste regole applichiamole, perché servono proprio ad evitare di finire in emergenza sanitaria. Credo meno nell'efficacia di altri provvedimenti estemporanei come il coprifuoco, salvo che non vi siano ragioni locali particolari».
Dobbiamo sempre proteggere il familiare del ragazzo che tornerà a casa dalle vacanze, magari positivo asintomatico. Come si può fare?
«Cosa vediamo oggi negli ospedali? Succede anche da noi in Puglia: la stragrande maggioranza dei ricoverati è non vaccinata.

Vale ancora di più per le terapie intensive e i decessi. Attenzione, non parlo solo di over 60, ma anche di quarantenni e cinquantenni. Dobbiamo convincere queste persone a vaccinarsi, perché anche se saranno raggiunte dal virus non avranno conseguenze serie per la loro salute. Dobbiamo vaccinare il più possibile, perché se pensiamo di eradicare questo virus, abbiamo perso in partenza. Ormai è evidente che non ce ne libereremo, ma se con i vaccini riusciremo a tenerlo sotto controllo e a limitare i ricoveri in ospedale, allora potremo conviverci».

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Ultimo aggiornamento: Lunedì 20 Febbraio 2023, 03:48
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