Con una “dose” di foresta salgono le difese e si riduce l'ansia

Con una “dose” di foresta salgono le difese e si riduce l'ansia

di Stefano Ardito

Un’immersione nel verde fa bene, e ha un effetto benefico anche a distanza. In primavera, durante il lockdown, cento volontari si sono sottoposti a un test. Metà di loro, per cinque giorni, ha guardato un video girato in un ambiente urbano. Gli altri, con un filmato diverso, sono stati portati nei boschi dell’Acquerino, in Toscana. «Il gruppo della foresta ha mostrato una riduzione dell’ansia, temporanea ma significativa» spiega Francesco Becheri, psicologo e responsabile scientifico della Stazione di Terapia Forestale di Pian dei Termini, sull’Appennino pistoiese. La ricerca, realizzata in collaborazione con il Cnr, il Dipartimento di neuroscienze e psicologia dell’Università di Firenze e il Cai, è stata pubblicata sull’International Journal of Environmental Research and Public Health. Se l’immersione virtuale nei boschi fa bene, quella autentica è meglio. La terapia forestale, shinrin-yoku in giapponese, è stata messa a punto dall’immunologo Qing Li, della Nippon Medical School di Tokyo. Per i ricercatori giapponesi, chi vive in un’area urbana, e poi passa del tempo in una foresta, ha una diminuzione dello stress, un miglioramento della funzione immunitaria e una diminuzione della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. La “dose” consigliata è di tre giorni e due notti al mese, ma anche un soggiorno più breve fa bene.

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L’ESPERIENZA

 Il primo centro di terapia forestale italiano è nato in Friuli, con il sostegno dell’Università di Udine.

Primi fruitori, per volere del pediatra e pneumologo Mario Canciani, sono i bambini asmatici. In Toscana Francesco Meneguzzo, climatologo del Cnr di Firenze, ha misurato nella foresta dell’Acquerino la presenza dei terpeni, i composti organici emessi da lecci, pini silvestri e altre piante, che sono alla base degli effetti preventivi e terapeutici. «La terapia forestale, come tutta la medicina preventiva, diventerà importante anche in Italia» spiega lo psicologo Becheri. «Stiamo lavorando a delle linee-guida, oltre che con l’Università di Firenze e il Cnr collaboriamo con il Ministero delle Politiche Agricole e con l’Istituto Superiore di Sanità». Il primo manuale italiano di terapia forestale può essere scaricato sul sito internet del Cai, il video può essere guardato su terapiaforestale.it. I protocolli terapeutici saranno pronti in primavera. Per godere dei benefici, sarà necessario seguirli insieme a personale sanitario specializzato. È una cura, non solo una passeggiata. 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 12 Maggio 2021, 15:54
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