Covid, è psicopandemia. Gli esperti: «Stop all'isolamento emotivo per combattere ansia e depressione»

Covid, è psicopandemia. Gli esperti: «Stop all'isolamento emotivo per combattere ansia e depressione»

di Carla Massi

É stata battezzata psicopandemia. Perché, come accade per il Covid-19, una drammatica miscela di ansia, paura e depressione si sta diffondendo. E lascia cicatrici. Lascia un peso che, per essere smaltito, potrebbe richiedere anche molto tempo. Per questo, secondo gli esploratori della mente, si deve cominciare ad occuparci anche del nostro umore. Oltre che del nostro fisico. Si dovrà lavorare molto anche su questo fronte. Visto che, tra alti e bassi, sono passati quasi dieci mesi dall’inizio dell’emergenza e non sappiamo quanto ancora ci dovremo convivere. Un’emergenza che si è trasformata in difficile e faticosa quotidianità. «La situazione che stiamo vivendo può avere effetti duraturi sulla psicologia delle persone. Che sono fortemente colpite dal cambiamento del mondo esterno. Perdita del lavoro, lutti da elaborare, relazioni sentimentali, amicali e professionali in grande trasformazione» avverte Damiano Rizzi, presidente di Fondazione Soleterre e psicologo nei reparti Covid-19. Il rischio, pensando al futuro, è che l’ansia comporti ricadute importanti sia sulla salute che sui diversi aspetti della nostra vita.

Cibo spazzatura

Un esempio delle dirette conseguenze arriva da uno studio globale: con la pandemia, complici ansia e depressione, stiamo mangiando di più e peggio, con aumentati consumi di cibo spazzatura, ridotta attività fisica e meno ore di sonno. Il quadro emerge da un lavoro pubblicato sulla rivista Obesity, che ha visto coinvolti 7.753 adulti di 50 paesi del mondo. I ricercatori del Pennington Biomedical Research Center in Louisiana hanno evidenziato che, senza distinzione geografica, la pandemia e i lockdown hanno peggiorato gli stili di vita e l’alimentazione di grandi e bambini. Chi faceva attività fisica regolare ha ridotto le ore di allenamento con ripercussioni sia sullo stato fisico che su quello mentale. Sono aumentati anche i livelli di stress e ansia ed è diminuita la qualità del sonno, con la tendenza ad andare a letto un’ora dopo rispetto alle abitudini pre-pandemiche. Gli esperti raccomandano di rendersi coscienti di questi cambiamenti e contrastarli con ogni mezzo a disposizione. E ancora. Il 73,4% degli italiani indica nella paura dell’ignoto e nell’ansia conseguente il sentimento prevalente da quando è cominciata la pandemia. Come si legge nel rapporto del Censis presentato pochi giorni fa. Spaventata, dolente, indecisa tra risentimento e speranza: ecco l’Italia e i suoi abitanti nell’anno della paura nera, l’anno del Covid-19. Le conoscenze attuali sono ancora troppo scarse per farci prevedere come tutto questo generale stato d’animo evolverà in futuro.

Lo studio

Possiamo tuttavia iniziare a riflettere sui dati che emergono da un lavoro degli psicologi di Fondazione Soleterre al Policlinico San Matteo di Pavia.

Apatia, ansia, depressione, disturbi del sonno, ma anche iperattività, desiderio di trasgredire alle restrizioni e ribellarsi alle chiusure per “sentirsi vivi” disegnano un quadro che ci arriva anche da altri Paesi. Sembra che gli effetti psicologici della pandemia non stiano risparmiando nessuno. Anche le poche isole alle quali credevamo di poterci aggrappare rischiano ora di sbriciolarsi. Condizione che oggi obbliga ad occuparci anche della nostra psiche. Con nuove energie, pazienza e determinazione. Come si fa contro il virus. Non stupisce, dunque, che Vittorio Lingiardi, psichiatra psicoanalista e docente di Psicologia dinamica a Medicina e Psicologia della Sapienza di Roma, si ponga questa domanda: «Perché la “temperatura psichica” non si misura?». Costretta, come è, a fare i conti con una simile situazione emergenziale. «Il senso della ripetizione di un’esperienza che genera spavento e incertezza può essere molto invalidante - spiega lo psichiatra - Colpisce nel profondo il proprio senso di continuità e la propria motivazione. Ingredienti fondamentali per avere un senso di sé integrato e ben funzionante». A suo avviso siamo tutti diventati «isole con antenne di paura pronte a captare il pericolo dell’altra, ciascuna a suo modo prodotta da un’incrinatura traumatica». L’epidemia Covid-19 porta con sé un elemento di rischio in più rispetto agli eventi che le sono stati paragonati. Come spiega un articolo appena pubblicato su Jama Internal Medicine: le ferite che le epidemie, gli attentati o i disastri naturali del passato hanno lasciato sulla tenuta psicologica della popolazione erano legate alle caratteristiche intrinseche di quegli eventi e non all’isolamento sociale, come è invece adesso. Il distanziamento fisico e tutto stanno comportando un caro prezzo in termini di difficoltà psicologiche a breve e a lungo termine. 

I CONSIGLI

1. Per stare meglio condividere emozioni e preoccupazioni

 2. Mantenere il più possibile una continuità con la routine delle proprie abitudini rispettando le regole sanitarie

3. Ritagliarsi uno spazio personale in cui è possibile dedicarsi alle proprie passioni senza essere disturbati

4. Scegliere un’alimentazione sana in modo che i chili in più non diventino fonte di ansia

 5. Ricordare che una limitata dose di paura e allerta sono necessarie

6. Imparare ad eseguire esercizi di rilassamento. Possono essere eseguiti per pochi minuti anche tutti i giorni

7. Tenere a mente che distanziamento sociale non significa taglio delle relazioni che vanno, anzi, tenute vive

 8. Accettare l’idea che se l’umore è diventato instabile è possibile chiedere aiuto senza vergogna

9. Evitare l’ossessivo monitoraggio delle notizie sul virus

10. Usare i social per qualcosa di positivo, non far circolare post di pseudo-catene né condividere notizie che generano ansia infondata


Ultimo aggiornamento: Giovedì 10 Dicembre 2020, 07:00
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