Natale, le regole anti-Covid: massimo otto a tavola (tutti vaccinati), mascherine necessarie

Natale, le regole dei virologi: massimo 8 a tavola (tutti vaccinati), mascherine necessarie

Natale, quali precauzioni vanno adottate per non correre rischi? I virologi lanciano l'allerta anche in presenza di una forte risalita dei contagi in alcune regioni con il Friuli che sembra a un passo dalla zona gialla. I punti fondamentali sono pochi ma chiari: evitare le tavolate affollate, usare le mascherine e, preferibilmente, invitare a pranzi e cene chi è vaccinato. Questo per tutelare gli anziani e i bambini.

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Menichetti: le regole a tavola

«Limitarsi a 6-8 persone ai pranzi di Natale, stare attenti con i bambini e con gli anziani, usare la mascherina«. Sono le raccomandazioni che arrivano dal virologo Francesco Menichetti, già primario di Malattie infettive all'ospedale di Pisa in vista delle prossime festività che si prospettano ancora a rischio. Abbiamo il problema del calo delle immunità tra i vaccinati più avanti con gli anni, abbiamo una grande circolazione di virus tra i bimbi e poi - ricorda all'Adnkronos Salute il medico - ci sono ancora 7 milioni di non vaccinati. Quindi la raccomandazione - afferma Menichetti - è di essere noi stessi, al di là di restrizioni imposte, responsabili e prudenti evitando aggregazioni gigantesche e mantenendo il solito galateo che ci deve guidare anche e soprattutto nei momenti, come quello natalizio, che sono potenzialmente di abbandono, nel contesto familiare e amicale, delle norme precauzionali. E a chi dice 'allora che ci siamo vaccinati a fare?' ricordo che il vaccino serve e lo sta dimostrando, a svuotare i cimiteri e gli ospedali. Ma - conclude - è sempre meglio non infettarsi».

 

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Il nodo dei non vaccinati

«Per aumentare le vaccinazioni anti-Covid «esiste anche un altro modo a cui stiamo ricorrendo poco, ovvero quello del sentimento sociale: io a casa mia a cena un mio conoscente o un mio amico non vaccinato non lo invito. Se tutti quanti cominciassimo a dire che se non sei vaccinato al cenone di Natale non ci vieni, credo che qualche altra vaccinazione si recupererà». Lo ha detto l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, ex assessore alla Sanità della Puglia, ospite a TimeLine su SkyTg24. Sulla possibilità di intervenire con una stretta sul Green pass, Lopalco suggerisce che «si potrebbe limitare la validità certificato, ovvero: lo si rilascia solo se o si è avuta l'infezione naturale, quindi se si è guariti dal Covid, o se si è vaccinati o se si ha una esenzione medica. Evitiamo quindi di fare un tampone per il Green pass ogni 3 giorni. Già questo significherebbe che nel mio luogo di lavoro mi ritrovo un collega non vaccinato. Io penso che questo sarebbe ancora una volta aumentare il livello di incentivo a vaccinarsi».

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Clementi: siamo ancora in tempo

Il Natale 2021 è a rischio causa Covid? «Spererei di no. Se non ci saranno elementi come manifestazioni senza mascherine, e se riusciremo a portare alla vaccinazione almeno la metà di quegli 8 milioni di italiani non vaccinati contro Covid tra gli over 12, e successivamente, vedremo in caso, i bambini con meno 12 anni, potremo veramente raggiungere un obiettivo di copertura della popolazione molto alto. La strategia italiana è insistere sulle prime vaccinazioni e sulle terze dosi, che saranno un elemento che ci accompagnerà nei prossimi 4-5 mesi, visto che potremo fare i richiami dopo i 6 mesi dalla seconda dose, e questo rafforzerà molto il potere immunitario di tutti». Per il virologo Massimo Clementi «siamo ancora in tempo» per salvare il Natale dallo spettro della quarta ondata e di conseguenti eventuali misure di contenimento. «Siamo in tempo per fermare un'eventuale ondata di nuovi contagi se ci muoviamo subito e se riduciamo quella quota di persone senza nemmeno una dose di vaccino, che ancora esiste. Abbiamo una situazione invidiabile al momento rispetto ad altri Paesi anche vicino a noi come l'Austria», spiega all'Adnkronos Salute il direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano. «Quello che possiamo aspettarci è un aumento ridotto dei casi e molti non vaccinati fra questi casi. Inoltre - aggiunge - possiamo aspettarci che i vaccinati, che saranno tra il 10 e il 20% di tutta la quota dei nuovi infetti, non vadano a intasare le strutture sanitarie più di tanto. Quindi il quadro già si prospetta diverso». «Spererei - auspica l'esperto - che a un certo punto la strategia che abbiamo utilizzato possa invertirla, questa tendenza, come in qualche altro Paese è avvenuto. È possibile riportare la curva in discesa prima di Natale, perché il virus in questo periodo ha beneficiato anche del fatto che la stagione ha portato un raffreddamento» delle temperature. «Il clima umido lo facilita, stabilizza la sua infettività, ma io confido che, trovandosi di fronte a una popolazione fortemente immunizzata», Sars-CoV-2 «non possa diffondersi più di tanto».

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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Novembre 2021, 08:38
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