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Dopo un primo studio cinese, la vecchia clorochina, farmaco contro la malaria ormai "sessantenne", è stato quindi testato in Francia su pazienti con coronavirus. Il farmaco infatti, è stato somministrato a 24 pazienti e, dopo soli sei giorni, ben tre quarti dei 24 pazienti non erano più positivi al virus.
E ancora: in combinazione con l'antibiotico azitromicina, specifico contro la polmonite batterica, il trattamento ha totalmente guarito i pazienti dopo una settimana, mentre il 90% dei malati che non avevano assunto farmaci era ancora positivo.
La comunità scientifica francese però smorza i toni, criticando soprattutto l'esiguo numero di pazienti testati e la mancanza di protocolli scientifici rigorosi. La clorochina avrebbe due effetti per accelerare l'eliminazione del virus, spiega Raoult in esclusiva a Les Echos: modificherebbe prima l'ambiente acido del vacuolo della cellula, un piccolo sacchetto di liquidi protetto dalla membrana che serve da tana per i virus. Aumentando il suo pH, l'equilibrato ecosistema di questo 'rifugiò del virus viene ad essere 'scombussolatò e viene così impedita l'azione degli enzimi coinvolti nel meccanismo cellulare utilizzato dal virus per replicarsi.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 18 Marzo 2020, 08:40
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