Variante R.1, dal Giappone agli Stati Uniti: «Contiene 5 mutazioni note e ha maggiore resistenza agli anticorpi»

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di Simone Pierini

Una nuova variante del Covid, denominata variante R.1, è stata rilevata in una casa di cura del Kentucky, infettando 45 tra residenti e personale sanitario. Molte di queste infezioni si sono verificate in individui completamente vaccinati. La variante è originaria del Giappone e contiene pericolose mutazioni che migliorano la sua «trasmissione, replicazione e soppressione immunitaria».

In particolare sono 5 quelle osservate in altre varianti, di cui due sulla proteina Spike, ma ha anche molte mutazioni uniche. A far luce nel dettaglio su quella che viene definita «una variante da tenere d'occhio», è un articolo pubblicato su Forbes e firmato da William A. Haseltine, già professore della Harvard Medical School. Un'indagine del Dipartimento della sanità pubblica del Kentucky ha rintracciato la sua diffusione nella casa di cura, rivelando che un membro del personale non vaccinato e infetto aveva avviato l'epidemia all'inizio di marzo 2021, dove ha infettato almeno 45 residenti e personale sanitario. Molti residenti erano completamente vaccinati, ma il virus evoluto è stato in grado di eludere la loro protezione anticorpale.

Oltre 10.000 infetti in tutto il mondo

Ad oggi, secondo il database del Sars-CoV-2 Gisaid, avrebbe infettato più di 10.000 persone in tutto il mondo. Oltre a diverse mutazioni in particolare nella proteina spike e nucleocapside in comune con le varianti di interesse, R.1 «ha una serie di mutazioni uniche che possono conferire un ulteriore vantaggio nella trasmissione, replicazione e soppressione immunitaria». Ha, infatti, una mutazione che può portare a «una maggiore resistenza agli anticorpi», secondo Forbes, che potrebbe renderla maggiormente in grado di eludere gli anticorpi generati dal vaccino e coloro che sono già stati infettati dal virus. Questa mutazione nella proteina spike, chiamata E484K, «è presente nelle varianti Beta, Gamma, Eta, Iota e Mu di Covid-19».

I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno scoperto per la prima volta la variante in Kentucky ad aprile. Tuttavia, lo studio Cdc ha affermato che i residenti vaccinati avevano l'87% in meno di probabilità di avere casi sintomatici di Covid attraverso la variante rispetto ai non vaccinati. La variante R.1 non è ancora presente nell'elenco delle varianti di interesse o preoccupazione.

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Varianti generate da serbatoio no vax 

Il virus SARS-CoV-2 ha dimostrato che può mutare in diverse varianti dell'agente originale. Come riporta in un lungo articolo il Pnas (il Proceedings of the National Academy of Sciences americano), un pool di individui non vaccinati fornisce un serbatoio affinché il virus continui a crescere e a moltiplicarsi, creando quindi maggiori opportunità per l'emergere di tali varianti. Il vero pericolo è una variante futura, che sarà l'eredità di quelle persone che non si stanno vaccinando fornendo un terreno fertile affinché il virus continui a generare varianti.

Potrebbe sorgere una variante resistente ai vaccini attuali, mettendo a rischio anche chi è già vaccinato.

In Italia un solo caso di variante Mu 

Negli ultimi 45 giorni, in Italia, è stato identificato un solo caso della variante Mu. Lo ha segnalato il nono bollettino dell'Istituto superiore di sanità (Iss) 'Prevalenza e distribuzione delle varianti di Sars-CoV-2 di interesse per la sanità pubblica in Italia', che si riferisce ai tamponi sequenziati tra il 31 luglio e il 13 settembre 2021. È comunque «fondamentale - avverte l'Iss - continuare a monitorare queste varianti per identificare rapidamente eventuali minacce emergenti». Negli ultimi 45 giorni «fra i lignaggi non oggetto di monitoraggio da parte del Sistema di Sorveglianza Integrata Covid-19, ed identificati nella piattaforma I-Co-Gen - si rileva nel bollettino - meno dell'1% è rappresentato da VUM (Variant under Monitoring - lignaggi: B.1.1.318) e VOI (Variant of Interest - lignaggi: B.1.621 (variante Mu), C.37, C.37.1 (variante lambda).

Germania: senza nuove varianti pandemia finirà in primavera

Il ministro della Salute tedesco, Jens Spahn, si aspetta che per la prossima primavera la pandemia del Covid-19 sarà alle spalle. Lo ha detto all'Augsburger Allgemeine Zeitung. «Se non ci saranno nuove varianti contro le quali il vaccino non protegge - ha affermato - in primavera avremo superato la pandemia e potremo tornare alla normalità». «L'immunità di gregge viene sempre raggiunta. La questione è se questo avvenga attraverso il vaccino o attraverso il contagio - ha concludo -. Il vaccino è la strada più sicura».

Simone Pierini

 

Ultimo aggiornamento: Lunedì 27 Settembre 2021, 17:28
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