Variante Mu, Ema: «Potenzialmente preoccupante, ma Delta rimane la più diffusa»

Variante Mu, Ema: «Potenzialmente preoccupante, ma Delta rimane la più diffusa»

La variante Mu, identificata per la prima volta in Colombia a gennaio, è «potenzialmente preoccupante», ma non ci sono ancora dati sufficienti che possano confermare che supererà la variante Delta come ceppo dominante. A dirlo è l'Agenzia europea per i medicinali (Ema). Inoltre, la mutazione Covid 'B.1.621', secondo la nomenclatura scientifica, è stata classificata come «variante di interesse» dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) .

Il parere dell'Ema

L'Ema si concentra principalmente sulla variante Delta, ma «sta monitorando anche altre varianti che potrebbero diffondersi, come Lambda che è stata identificata per la prima volta in Perù e più recentemente la Mu». Così ha spiegato Marco Cavaleri, responsabile della strategia vaccinale dell'Ema.

La variante «Mu potrebbe essere potenzialmente più preoccupante perché potrebbe mostrare un potenziale rischio di fuga immunitaria, ovvero una resistenza ai vaccini», ha precisato in conferenza stampa.

Le rassicurazioni dell'Agenzia

L'Ema discuterà con gli sviluppatori di vaccini l'efficacia dei sieri contro la variante Mu. «Ma non abbiamo dati che dimostrino che la variante Mu si stia diffondendo in vasta scala o che ci sia la possibilità che superi la variante Delta come ceppo dominante», ha aggiunto l'esperto.

L'aggressività della Mu

«La variante Mu, pochissimo diffusa in Italia parrebbe essere altamente aggressiva sia verso gli anticorpi naturali sviluppati da chi ha avuto l'infezione, sia verso quelli generati dai vaccini. Alle porte dell'autunno lo scenario che le varianti cominciano a tratteggiare continua a richiedere un'attenzione alta. La sorveglianza resta perciò d'obbligo ed è importante «tornare a fare i tamponi molecolari». Questo il pararere del virologo Francesco Broccolo, dell'Università di Milano Bicocca.

«Attualmente si stanno facendo tamponi antigenici rapidi, tutti negativi da settimane, eppure - aggiunge - i casi ci sono».

I tamponi molecolari potrebbero infatti essere uno strumento importante per avere il polso sulla circolazione delle varianti. «Sui tamponi positivi viene fatto il sequenziamento o almeno la ricerca delle mutazioni chiave che permettono di identificare sia le varianti conosciute, come la Mu, la Lamba e la Eta, sia le mutazioni chiave di eventuali nuove varianti. In questo modo - rileva Broccolo - diventa possibile bloccare la diffusione delle varianti sul territorio».

I risultati di Tokyo sulla variante

I dati sulla variante Mu sono stati recentemente raccolti da una ricerca giapponese, dell'Università di Tokyo. Si è osservato che questa variante che nel Colombia è responsabile del 100% dei casi è 12,4 volte più resistente rispetto ai sieri dei convalescenti e 7,5 volte rispetto a quelli degli individui vaccinati.

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La storia della Variante Mu

Identificata per la prima volta in Colombia nel gennaio 2021, è presente in 39 Paesi e classificata fra le Varianti di interesse (Voi) dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) dal 30 agosto scorso, la Mu (B.1.621) e la sua versione avanzata (B.1.621.1) sono risultate «altamente resistenti» sia agli anticorpi generati dall'infezione naturale con il virus originario, quello di Wuhan, sia a quella indotti dai vaccini. A riprova di questo vi è anche la ricerca coordinata dall'università giapponese di Kyoto e online sul sito bioRxiv, che ospita gli articoli in attesa dell'esame da parte della comunità scientifica.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 20 Febbraio 2023, 12:32
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