Variante Delta, aumentano i casi in Italia: Lazio (3,4% sul totale) e Sardegna più a rischio

Variante Delta, salgono i casi in Italia: Lazio e Sardegna più a rischio

di Mario Landi

Variante Delta (ex indiana), cosa sta accadendo in Italia? Alcune regioni, come il Lazio, sembrano più a rischio delle altre. Secondo l'ultima indagine di prevalenza delle varianti pubblicata dall'Istituto superiore di sanità il 18 maggio la variante Delta (più contagiosa di circa il 60% rispetto alla variante inglese) è all'1% con differenze regionali e un range che va dallo 0 al 3,4%. È quanto emerge dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe per la settimana 9-15 giugno 2021.

Variante Delta oggi è «la più pericolosa e trasmissibile, ma i vaccini sono efficaci». Studio dell'Economist

Lazio e Sardegna più esposte

In particolare, la diffusione maggiore si registra in Lazio (3,4%), Sardegna (2,9%) e Lombardia (2,5%). Tuttavia - si evidenzia nel monitoraggio - nell'ultima settimana la variante Delta è stata isolata in due focolai a Milano e Brindisi, segno di una sua maggiore diffusione sul territorio nazionale che si rileva anche dal database internazionale Gisaid: rispetto ai sequenziamenti su campioni raccolti dal 19 maggio al 16 giugno, su 881 sequenze depositate 57 (6,5%) corrispondono alla variante Delta. Rispetto all'efficacia dei vaccini - ricorda il documento - secondo i dati del Public Health England una singola dose di vaccino (Pfizer-BioNTech o AstraZeneca) ha un'efficacia solo del 33% nei confronti di questa variante, percentuale che dopo la seconda dose sale, rispettivamente, all'88% e al 60%. Inoltre, l'ultimo studio inglese (Public Health England) attesta che l'efficacia del ciclo completo nel prevenire le ospedalizzazioni è del 96% con il vaccino Pfizer-BioNTech e del 92% con quello AstraZeneca.

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Covid, nuovi casi sottostimati - «Da 13 settimane consecutive si registra una discesa dei nuovi casi settimanali.

Se la costante riduzione del rapporto positivi/casi testati attesta una ridotta circolazione del virus, la progressiva diminuzione dell'attività di testing sottostima il numero dei nuovi casi e documenta la mancata ripresa del tracciamento dei contatti, fondamentale in questa fase della pandemia». A dirlo Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, presentando il monitoraggio indipendente settimanale della Fondazione. «Nelle ultime 5 settimane, infatti, il numero di persone testate - indica il report - si è ridotto del 31,5%, scendendo da 3.247.816 a 2.223.782, con una media nazionale di 132 persone testate/die per 100.000 abitanti e rilevanti e ingiustificate differenze regionali» Il monitoraggio rileva, dunque, che continuano a diminuire i nuovi contagi. Nella settimana 9-15 giugno 2021, rispetto alla precedente, i casi 11.440 (erano 15.288 nella settimana precedente) e 411 morti (contro 469). In calo anche i casi attualmente positivi (105.906 vs 181.726), le persone in isolamento domiciliare (102.069 vs 176.353), i ricoveri con sintomi (3.333 vs 4.685) e le terapie intensive (504 vs 688).


Ultimo aggiornamento: Giovedì 17 Giugno 2021, 12:33
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