Variante Delta in Italia, Ricciardi: «Rischiamo contagi come la Gran Bretagna. Lockdown a ottobre? Non si può escludere»

Ricciardi: «Rischiamo contagi come la Gran Bretagna. Lockdown a ottobre? Non si può escludere»

Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute, è intervenuto a The Breakfast Club su Radio Capital dove ha fatto il punto sulla pandemia da Covid e, in particolare, sulla variante Delta, che ormai sta spaventando davvero tutto il mondo. «La variante Delta ci deve preoccupare: sta creando problemi dalla Gran Bretagna alla Colombia, non dobbiamo compiere gli stessi errori del passato quando il virus è stato sottovalutato. Probabilmente si avranno anche in Italia il numero di contagi del Regno Unito, ma se la popolazione più fragile sarà protetta gli effetti sulla mortalità e le ospedalizzazioni saranno le stesse dell'Inghilterra, quindi molto limitati», ha detto Ricciardi. 

Variante Delta, rischi e ipotesi

Il rischio discoteche - Le discoteche «sono ambienti tipicamente pericolosi con un virus che si diffonde per via respiratoria, tanto più con una variante così contagiosa. Bastano pochi secondi per essere contagiati. Le discoteche potranno riaprire solo quando verrà disposto un controllo rigorosissimo con accesso consentito solo a chi è vaccinato, chi ha già avuto il Covid o chi è certamente negativo al tampone. Appena entra un infetto in una discoteca e ci sono soggetti suscettibili, è sicura la trasmissione», ha avvertito Ricciardi.

Le misure - Sull'ipotesi di possibili lockdown a ottobre? «Nella lotta all'epidemia non si può escludere nulla, però abbiamo tutte le possibilità per evitarlo, se continuiamo a rispettare tutte le misure che ancora sono in vigore e intensifichiamo ancora più le vaccinazioni. Se invece non lo facciamo, provocheremo un aumento dei casi e non si può escludere che vengano introdotte misure che riducano la mobilità», ha specificato. 

 

Il rapporto Gimbe

A oggi 2.384.966 di over 60 (13,3%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino e 4.648.515 (26,0%) sono in attesa di completare il ciclo con la seconda dose: sono dunque oltre 7 milioni gli ultrasessantenni parzialmente o totalmente esposti a rischio di malattia grave che non hanno adeguata copertura contro la variante Delta. A evidenziarlo è il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe. L'86,7% degli over 60 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con alcune differenze regionali: se Puglia, Umbria e Lazio hanno superato il 90%, la Sicilia si ferma al 76,2%.

Mentre sono 2.384.966 (13,3%), dunque, gli over 60 che non ha ricevuto nemmeno una dose di vaccino, con rilevanti differenze regionali: dal 23,8% della Sicilia al 8,1% della Puglia.

Pur non conoscendo al momento l'esatta prevalenza della variante Delta in Italia, secondo il Gimbe, la sua maggiore contagiosità e la documentata limitata efficacia di una singola dose di vaccino richiedono una rivalutazione delle strategie vaccinali per minimizzarne l'impatto clinico e quello sui servizi sanitari. Due dovrebbero essere ora obiettivi prioritari alla luce dei quali rimodulare la campagna vaccinale: da un lato raggiungere il maggior numero possibile di over 60 che non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino, preferendo i vaccini a mRna, che consentono un richiamo in un arco di tempo inferiore rispetto a quelli a vettore virale; dall'altro anticipare quanto possibile la somministrazione della seconda dose in questa fascia di età.

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Infine, «rispetto alle forniture stimate nel Piano - spiega il presidente Gimbe Nino Cartabellotta - rimarrebbero da consegnare circa 20,9 milioni di dosi, il 27,4% di quelle originariamente previste: anche non considerando il vaccino di CureVac che non ha superato con successo i test clinici, in assenza di ulteriori consegne in settimana, il secondo trimestre chiuderà con oltre 13,6 milioni di dosi in meno».

 

Ultimo aggiornamento: Domenica 19 Febbraio 2023, 20:29
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