«I benefici superano i rischi» è stata una frase ripetuta spesso dalle autorità sanitarie mondiali in questi mesi. Si tratta infatti della risposta fornita a chi, anche nei periodi più complessi della pandemia, metteva in dubbio la sicurezza dei vaccini. Ora però, a provare la bontà dell'affermazione non vi sono più solo gli studi di fase 3 condotti dalle aziende farmaceutiche per far approvare i loro prodotti a Ema ed Fda ma anche le ricerche relative alla popolazione reale.
Ad esempio sono stati appena pubblicati dal New England Journal of Medicine, i risultati dello studio più ampio realizzato fino ad oggi, con un campione di oltre 1 milione di persone. L'indagine è stata realizzata dal Clalit Research Institute, centro di ricerca israeliano, in collaborazione con gli studiosi dell'Università di Harvard. Prendendo i dati del sistema sanitario di Israele e confrontando non solo gli individui vaccinati con i loro coetanei non vaccinati, ma anche persone che hanno contratto il virus e soggetti che invece non lo hanno fatto.
RISULTATI
È stato così dimostrato, dati alla mano, che il Covid è più pericoloso del vaccino. I soggetti che hanno sviluppato una trombosi venosa dopo il contagio sono stati 43 su 100mila pazienti, dopo il vaccino invece nessuno. Mentre a sviluppare un'embolia polmonare tra gli infetti non vaccinati sono stati 62, tra gli immunizzati nessuno.
E dati simili, con tassi di incidenza addirittura più alti, come mostra il grafico in pagina, riguardano anche aritmie cardiache, danni renali acuti, pericarditi e ictus.
I soli effetti collaterali giudicati più frequenti tra i vaccinati sono linfoadenopatia (un ingrossamento dei linfonodi che va via in pochi giorni che é una reazione comune nei vaccini) e infezioni da herpes zoster (incidenza molto simili tra vaccino e infezione Covid per l'appendicite). Vale a dire due degli eventi avversi indicati anche sul bugiardino del farmaco e considerate tutt'altro che gravi.
Ultimo aggiornamento: Domenica 29 Agosto 2021, 10:45
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