Vaccino, l'ottimismo di Israele: riaprono da oggi scuole, ristoranti e anche l'aeroporto. Indice Rt intorno a 1

Effetto vaccino, Israele riapre da oggi. Via libera a scuole, ristoranti e hotel

di Stefania Piras

Israele riapre da oggi ristoranti, palestre, hotel e scuole. Con limiti numerici, parametri legati al contagio ma soprattutto con il Passaporto Verde, il Green Pass. «Continueremo a tornare alla vita se tutti ci vaccineremo e ci atterremo alle regole». Questo il tweet di stamattina del ministro della Salute israeliano Yuli Edelstein che posta su Twitter la foto di una colazione al bar, all'aperto, in un giorno simbolico. Oggi Israele torna alla normalità, nonostante la pandemia di coronavirus sia ancora in corso (l'indice Rt in Israele è intorno a 1), in tutto il  mondo. Non è una normalità al 100%, ma ci si avvicina molto.  Il segreto? Vaccinazioni di massa, capillare, a tutte le fasce della popolazione. Non è più un segreto, in realtà. La campagna vaccinale israeliana è diventata un modello in tutto il mondo.

Da oggi riaprono gran parte delle attività economiche, inclusi ristoranti, caffè, scuole (in alcune aree a bassa tasso di infezione), eventi culturali, attrazioni turistiche e ristorazione negli hotel. Anche l'aeroporto Ben Gurion attuerà una parziale riapertura consentendo dalle prossime ore -senza alcuna autorizzazione necessaria da parte delle autorità - il rientro di 3mila israeliani al giorno e la quarantena per i non immunizzati sarà a casa propria. Curiosità: il ceo di Pfizer Albert Bourla ha annullato la visita prevista a Tel Aviv perché gli manca la seconda dose di vaccino. Lo riporta il canale N12. 

 


Con quasi 5 milioni di israeliani vaccinati almeno con una dose (3 milioni e 800mila anche con la seconda) e un numero di casi sotto controllo, le restrizioni si sono dunque allentate. Elemento decisivo è il Green Pass (doppia immunizzazione o guarigione dal virus), un certificato scaricabile con un'applicazione sul telefono, che consente ai possessori di accedere ad un maggior numero di servizi rispetto a chi ancora lo deve ottenere. Ad esempio, i ristoranti potranno ospitare al chiuso fino al 75% della propria capacità di avventori con Green Pass e sino a 100 all'aperto, anche se ovviamente distanziati.

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Per le sale di eventi, culturali e non, la percentuale è del 50% e fino a 300 persone con Green Pass: in più potranno entrare anche il 5% di individui con tampone negativo recente. Di nuovo aperte - quasi con le stesse modalità - le sale ricevimento degli hotel (e le strutture stesse) per i detentori del Green Pass. Lo stesso per i luoghi di culto con regole precise. Le autorità sanitarie tuttavia non hanno escluso per la festa della Pasqua ebraica (fine marzo) nuove restrizioni. inoltre, il paese si prepara alle elezioni che si terranno il 23 marzo. 

Ancora promemoria che ricordano la distanza interpersonale

Il ministro Edelstein ha già iniziato a mandare promemoria sui social ricordando l'importanza di rispettare le distanze fisiche (nella foto spunta il metro col nastro retraibile). Il governo e le autorità sanitarie hanno avuto non pochi problemi a contrastare la pandemia nella comunità degli ebrei ultraortodossi, spesso refrattari al vaccino ma anche all'uso della mascherina. 

La somministrazione del vaccino ha dato finora ottimi risultati: il vaccino Pfizer-BioNTech è efficace al 95,8% nel prevenire casi severi di Covid, ricoveri e la morte.

Per questo si respira un cauto ma, contagioso questo sì, ottimismo.

Il ministro Edelstein ha scritto pochi giorni fa: «La scienza consente di affrontare rapidamente le crisi. La campagna di vaccinazione continua: il 90% degli ultracinquantenni è stato vaccinato / guarito, circa il 75% dei quali ha diritto alla carta verde. Eppure siamo lontani dalla piena difesa. Chiedo a tutti: seguite le linee guida, terremo insieme gli incredibili risultati della campagna di vaccinazione»

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A che punto è la campagna 

«Abbiamo vaccinato tutti gli ultraottantenni, la fascia di età tra i 70 ed i 79 è stata immunizzata per l'85%, siamo oltre l'80% di quelli che hanno più di 50 anni età. E abbiamo visto crollare il numero di ricoveri, soprattutto i decessi si sono ridotti del 99% con la seconda dose di vaccino della Pfizer. Assieme al lockdown, possiamo dire che grazie alla campagna vaccinale l'epidemia in Israele è ora sotto controllo». Questo il quadro tracciato da Arnon Afek, il direttore generale dello Sheba General Hospital israeliano. «I più anziani - racconta - si sono vaccinati subito, per superare l'esitazione dei più giovani abbiamo lanciato parecchie campagne informative sponsorizzate da produttori di pizza, vino, birra: chi si vaccinava ne riceveva in omaggio. Lo stesso abbiamo fatto con le comunità religiose, andavamo a preparare piatti della cucina yiddish nelle case, approfittandone per spiegare come funziona il vaccino».

Slitta intanto il programma per vaccinare 120.000 lavoratori palestinesi, che doveva iniziare oggi (domenica 7 marzo 2021). Il programma partirà in ritardo: non c'è ancora una nuova data ma si pensa che potrebbe iniziare già questa settimana, riporta Il Jerusalem Post. Il piano era di dare ai palestinesi che lavorano in Israele e in Cisgiordania una prima iniezione del vaccino Moderna per un periodo di due settimane, seguita da una seconda iniezione un mese dopo.

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Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Febbraio 2023, 07:11
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