Vaccino, l'Italia chiede più dosi: trattativa per ottenere altri 18 milioni di fiale

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di Mauro Evangelisti

Obiettivo: portare in Italia più vaccini di Moderna e di Pfizer-BioNTech, per un totale di 18 milioni di dosi. La trattativa è in corso, coinvolge anche la Commissione europea, tenendo sempre conto che il nostro Paese ha diritto a una fetta del 13,46 per cento degli acquisti. In altri termini: l’Italia e l’Europa stanno provando a ottenere quantitativi maggiori dei due vaccini americani (in realtà quello di Pfizer-BioNTech coinvolge anche una azienda tedesca).

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LA CORSA
Vediamo più nel dettaglio. Moderna ad oggi ha promesso all’Italia 1,3 milioni di dosi nel primo trimestre, 4,7 nel secondo, 4,7 nel terzo, per un totale di 10,7. Con l’incremento di circa il 50 per cento se ne aggiungono altri 5 milioni. Non è semplice, perché Moderna, americana, ha avuto il sostegno economico dell’amministrazione Trump e dunque ha un rapporto privilegiato con gli Stati Uniti. Con l’insediamento di Biden il dialogo appare meno problematico. Va detto che ad oggi il vaccino di Moderna, già validato da Fda (l’autorità americana), non ha ancora il via libera di Ema (l’agenzia europea). Però è quasi scontato il sì, alla luce dell’esito dell’istruttoria di Fda, tanto che la riunione dell’Ema su Moderna è stata anticipata al 4 gennaio, tra una settimana. Questo vaccino usa la nuovo tecnologia dell’Rna messaggero, ma non richiede la catena del freddo come il prodotto di Pfizer-BioNTech. E non è cosa da poco: ieri in Germania, alcuni distretti dell’Alta Franconia hanno dovuto bloccare la vaccinazione proprio perché è scattato l’allarme in quanto la conservazione a meno 70 gradi non era stata garantita.

La ricerca di nuovi approvvigionamenti dell’Italia, però, è diventata più pressante anche alla luce del confronto che rimbalzava ieri sulle prime forniture inviate ai paesi dell’Unione europea: 9.750 dosi all’Italia, 150.000 alla Germania. Come è possibile? Già sabato il ministero della Salute aveva smentito questa disparità, sostenendo che si fa confusione perché cambiano semplicemente i ritmi della fornitura, tanto che già in queste ore in Italia arriveranno 470.000 nuove dosi. Il commissario Domenico Arcuri ha ribadito ieri: non vi è alcuna violazione dell’accordo tra i Paesi europei che hanno acquistato tutti insieme i vaccini dai diversi fornitori. «Per il Vax day la Germania ha avuto 11mila dosi.

Le 150mila che sono state consegnate fanno parte delle forniture successive che nel nostro paese arriveranno a partire dal 28 dicembre. Non c’è alcuna discriminazione. L’assegnazione è stata fatta a livello Ue sulla percentuale di popolazione, sia per il vax day sia per le forniture successive a regime. Il nostro piano di distribuzione prevede di avere 450mila dosi a settimana a partire da domani. E arriveranno direttamente nei luoghi di somministrazione». In sintesi: in queste ore torneranno i camion di Pfizer che consegneranno nei 20 hub di tutte le regioni. Ma certo il ritmo di 450-470mila dosi alla settimana non è sufficiente in un Paese con 60 milioni di abitanti. Per questo il tentativo di ottenere il «più 50 per cento» è in corso anche con Pfizer-BioNTech.

In quel caso, visto che l’intesa attuale è su 27 milioni di fiale, si punta ad altre 13-14 milioni. Nello scenario migliore, dunque, sommando tra loro i quantitativi aggiuntivi di Moderna e Pfizer, si arriverebbe a un rinforzo di 18 milioni di dosi. Non sarà semplice, visto che ormai in tutto il mondo è cominciata la caccia al vaccino. C’è un altro fronte.

OLTRE MANICA
Nel Regno Unito l’autorità britannica potrebbe, già questa settimana (c’è chi prevede addirittura oggi), approvare il vaccino di AstraZeneca, sviluppato dall’Università di Oxford in collaborazione con l’italiana Irbm. La vaccinazione di massa, nel Regno Unito, con le dosi di AstraZeneca partirà, in caso di via libera, lunedì prossimo, in parallelo a quella già avviata con Pfizer. Questa mossa può mettere in imbarazzo l’Europa, visto che dalla multinazionale britannico-svedese sono stati acquistati grandi quantitativi, 40 milioni di dosi solo per l’Italia. Ieri AstraZeneca ha assicurato che l’efficacia del prodotto è al 95 per cento, dunque simile a Moderna e Pfizer. Gli esperti però spiegano che durante la sperimentazione ci sono stati dei problemi, che necessitano approfondimenti. Questo ha rallentato il responso dell’Ema che potrebbe pronunciarsi nella seconda metà di gennaio. Nulla è scontato.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 30 Dicembre 2020, 14:35
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