Covid Italia, immunizzati 5 milioni: «Ad aprile ricoveri dimezzati grazie all'esercito dei guariti»

Già immunizzati 5 milioni, Cnr: ad aprile ricoveri dimezzati, ad agosto negli ospedali nessun malato

di Mauro Evangelisti

In primavera il 20-25 per cento degli italiani saranno immunizzati e tra di loro ci saranno le categorie fragili, con l'incidenza più alta di decessi e malattie gravi. Non significa che avremo vaccinato così tante persone, semplicemente chi ha ricevuto la doppia iniezione si sommerà con coloro che hanno già avuto contatto con il coronavirus e sono guariti. Per questo ad aprile-maggio l'effetto delle vaccinazioni porterà a una diminuzione dei ricoveri e delle morti per Covid. Ma solo se avremo la forza di resistere con le limitazioni determinate dai vari colori delle Regioni fino a marzo. A rafforzare questo scenario ci sono due elementi: ieri il commissario per l'emergenza, Domenico Arcuri, ha confermato che si punta ad almeno 6 milioni di persone vaccinate entro il primo trimestre. Nei due mesi successivi, quando la macchina delle vaccinazioni sarà rodata, si potrà arrivare ad almeno 8-9 milioni di vaccinati nel Paese. Ma le persone immunizzate sono molte di più, perché a volte si dimentica che in Italia ci sono già 2,2 milioni di persone che sono state positive e dunque hanno sviluppato gli anticorpi. Non solo: l'indagine sierologica, che venne fatta nella primavera del 2020, dimostrò che i positivi asintomatici, soprattutto all'inizio, sono stati molti di più di quelli certificati dai tamponi. C'è chi ipotizza che in totale siamo arrivati ad almeno 5 milioni, secondo il professor Corrado Spinella, fisico del Cnr, che ha ideato una simulazione usando come punto di riferimento i ricoveri e i decessi, forse in totale siamo arrivati a 8 milioni.

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Ma attenendoci alla stima più prudente, tra immunizzati con il vaccino e persone che hanno sviluppato gli anticorpi (anche senza saperlo perché non hanno mai eseguito il tampone) a primavera inoltrata saremo a 12-13 milioni di italiani protetti. Ci sono però due controindicazioni a questa conclusione. La prima: ancora la ricerca non è stata in grado di definire quanto a lungo duri la protezione degli anticorpi, anche se ormai è evidente che i casi di reinfezione sono pochissimi, statisticamente quasi irrilevanti (resta il fatto che certezze non vi sono). La seconda la spiega Fabio Ciciliano del Comitato tecnico scientifico: «Vero che molte persone sono già immunizzate, ma non è corretto sommarle semplicemente con i vaccinati.

Non sarà possibile eseguire il test sierologico a tutti e saranno vaccinate anche persone che sono già state positive». Ma è altrettanto vero che, quando avremo protetto, grazie al vaccino, tutti gli ultra settantenni (e tra di loro c'è il numero più alto di decessi e ricoveri), per tutti gli altri ci sarà una percentuale di persone comunque immuni perché hanno già avuto contatto con il virus. Per questo, a primavera saremo sì ancora lontano dall'immunità di gregge, che potremo raggiungere solo a fine 2021, ma comunque avremo un numero di persone protette tale da diminuire la pressione sugli ospedali. Il professor Corrado Spinella (Direttore del Dipartimento Scienze fisiche e tecnologia della materia del Cnr) ha realizzato un modello di simulazione, basato sull'andamento dei ricoveri e sulla previsione di 470mila vaccinazioni a settimana. Si sbilancia: «In agosto, tra chi sarà immunizzato con il vaccino e chi lo è perché è stato positivo, saremo vicini a quota zero ricoveri per Covid. La diminuzione della pressione degli ospedali però avverrà prima, perché il piano di vaccinazione prevede di proteggere gli ultraottantenni già nella prima fase. In sintesi: non solo avremo un numero di persone consistente immune, ma tra di loro ci saranno le categorie più a rischio. Molto però dipenderà da un altro fattore: quanto a lungo limiteremo gli spostamenti. Dai miei grafici appare evidente che i ricoveri aumentano ogni qual volta si incrementano gli incontri tra le persone, la curva previsionale dell'aumento viene sempre confermata successivamente dai dati reali». Secondo la simulazione del professore Spinella, l'effetto benefico della vaccinazione sui ricoveri sarà più veloce se rinvieremo le riaperture. In altri termini: ipotizzando di mantenere la limitazione agli spostamenti e agli incontri fino a marzo, già tra aprile e maggio il numero dei ricoveri diminuirà velocemente; se invece già a inizio febbraio riapriamo tutto, a marzo avremo oltre 40mila persone in ospedale per Covid, dunque più del picco toccato a novembre. E per vedere gli effetti benefici della vaccinazione sull'affollamento degli ospedali dovremmo allora aspettare l'estate.

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Ultimo aggiornamento: Lunedì 11 Gennaio 2021, 12:41
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