Richiami a 42 giorni per Pfizer e Moderna, e l’ok alle seconde dosi con AstraZeneca anche per gli under60 che hanno già ricevuto la prima. Con una circolare, ieri, il ministero della Salute ha deciso di chiarire definitivamente i dubbi sulle seconde dosi dei vaccini utilizzati per la campagna italiana. Così, facendo seguito anche ad un parere del Comitato tecnico scientifico, si è definito «raccomandabile» un prolungamento nella somministrazione della seconda dose dei vaccini a mRNA Pfizer-BioNtech e Moderna «nella sesta settimana dalla prima dose». Per cui dai 21 giorni necessari per il primo e i 28 giorni necessari per il secondo, si passa a 42. Un’indicazione su cui si era già espressa con favore l’Aifa qualche settimana fa.
Le motivazioni sono presto dette: bisogna accelerare con la campagna vaccinale e «coprire il maggior numero possibile di soggetti nel minor tempo possibile». Allo stesso modo il Cts ritiene che i soggetti che hanno ricevuto la prima dose AstraZeneca senza sviluppare problemi, «non presentano controindicazione per una seconda somministrazione del medesimo vaccino».
Un’accelerazione a cui risponde anche l’annuncio del Commissario Figliuolo di ieri. Sono infatti in consegna alle Regioni altri 2,5 milioni di dosi. Poco più di 2 milioni sono Pfizer mentre, 360mila, ma arriveranno oggi all’hub nazionale di Pratica di Mare, sono Moderna.
Pfizer e Moderna, la seconda dose estesa a 42 giorni: la raccomandazione del Cts
LA SVOLTA
Tutto questo mentre arriva la svola di Biden sui vaccini: l’amministrazione Usa ha annunciato di essere favorevole a rimuovere le protezioni dei brevetti per i vaccini contro il Covid-19 ed è impegnata «attivamente» in questo senso nei negoziati in corso al Wto. Una mossa che potrebbe spianare la strada ad una accelerazione della produzione e della distribuzione delle dosi in tutto il mondo, soprattutto nei Paesi più poveri.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 6 Maggio 2021, 17:27
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