AstraZeneca-Pfizer, efficace il mix tra prima dose e richiamo (ma più effetti collaterali)

AstraZeneca-Pfizer, efficace il mix tra prima dose e richiamo (ma più effetti collaterali)

di Claudia Guasco

Prosegue la campagna vaccinale nel mondo: le dosi fin qui somministrate sono state 1,35 miliardi, le persone che hanno ricevuto due dosi del siero 328 milioni. Dalle testimonianze di chi si è sottoposto alla profilassi, si evidenzia la possibilità che nei giorni seguenti all’iniezione il paziente manifesti malesseri simili ai sintomi dell’influenza. Qualche settimana fa i Centers for disease control and prevention, organismi di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti, hanno pubblicato un elenco degli effetti collaterali più comuni: dolore concentrato nel punto dove il paziente ha ricevuto l’iniezione, gonfiore, febbre, brividi, mal di testa, stanchezza.

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MAL DI TESTA E FEBBRE

Ma cosa può succedere a chi viene somministrata una diversa tipologia di siero nella prima iniezione e nel richiamo? In base a uno studio condotto dai ricercatori di Oxford, mescolare e abbinare i vaccini Pfizer e AstraZeneca potrebbe portare a effetti collaterali a breve termine più significativi: mal di testa, febbre e dolori muscolari. E gli scienziati concludono che, in mancanza di dati precisi sulla somministrazione di dosi diverse, è consigliato iniettare due dosi dello stesso vaccino. Tuttavia sono in corso ulteriori approfondimenti per verificare se la profilassi differenziata possa far funzionare meglio i vaccini e sia d’aiuto ai Paesi alle prese con forniture irregolari.

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RISPOSTA IMMUNITARIA

I ricercatori di Oxford, in ogni caso, hanno raggiunto un primo risultato: «Le persone immunizzate con AstraZeneca e poi Pfizer, o viceversa, hanno riferito più delle altre sintomi come febbre, brividi o mal di testa. Gli esperti dicono che gli effetti collaterali potrebbero indicare una risposta immunitaria più forte, ma aggiungono che il collegamento non è provato: non ci sono ancora dati che dimostrino se i regimi di dosaggio misto abbiano reso i vaccini più efficaci. Nonostante la Gran Bretagna attualmente non consigli di mescolare e abbinare i sieri, altri Paesi come la Francia hanno inoculato ad alcuni pazienti una prima dose di AstraZeneca e un richiamo di Pfizer a causa dei timori di coaguli di sangue. In Gran Bretagna più di 35,5 milioni di cittadini hanno ricevuto almeno una dose di un vaccino anti Covid e 18,4 milioni hanno completato il ciclo.

 

Il professor Matthew Snape, epidemiologo e responsabile dello studio, ha spiegato che il suo gruppo di ricerca «non sa ancora» se tassi più elevati di effetti collaterali significhino che il vaccino stia innescando una risposta immunitaria maggiore. «Il quadro completo diventerà evidente quando avremo anche la lettura degli anticorpi. E allora potremo verificare se questo ha portato o meno a una migliore risposta immunitaria», ha sottolineato. «Sappiamo che a livello individuale gli effetti collaterali non si manifestano sempre, a chi ne è colpito piacerebbe pensare che una forte reazione al vaccino, con febbre e mal di testa, possa equivalere a una migliore risposta immunitaria. Questa correlazione tuttavia non è così solida come ci si potrebbe aspettare».

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I RISULTATI

Lo studio Com-COV di Oxford, nome completo di Comparing Covid vaccine schedule combinations, è il primo al mondo a esaminare la miscelazione dei vaccini.

Un totale di 463 persone di età compresa tra i 50 e i 69 anni sono state reclutate in questa fase della ricerca e si sono sottoposte alle due iniezioni a quattro settimane di distanza. I risultati hanno mostrato che 37 delle 110 persone che hanno ricevuto il regime di dosaggio di AstraZeneca e Pfizer hanno accusato brividi (33%). E dei 114 partecipanti che hanno ricevuto Pfizer e poi AstraZeneca, 47 (41%) hanno avuto la febbre, mentre solo 11 persone su 112 (il 10%) che hanno ricevuto due dosi di AstraZeneca hanno avuto un rialzo della temperatura. Tra coloro che hanno ricevuto due dosi di Pfizer, il 21% (24 persone su 112) ha avuto la febbre. «Questi dati suggeriscono che i due programmi vaccinali potrebbero avere alcuni svantaggi a breve termine», ha scritto il team di ricerca. «Indipendentemente da ciò, è rassicurante che tutti i sintomi fossero di breve durata e non preoccupanti. Soprattutto, non vi sono problemi di sicurezza nel mischiare i sieri».

I PRODUTTORI DI VACCINI

I dati presentati nel documento accademico suggerivano affaticamento e malessere, febbre, mal di testa, dolori articolari e muscolari, tutti segnalati più spesso da pazienti sottoposti a un programma vaccinale misto. Il professor Snape, pubblicando i risultati in una lettera alla prestigiosa rivista “The Lancet”, prima della diffusione completa del rapporto il mese prossimo, ha messo in evidenza che mescolare i vaccini possa portare a più assenze sul posto di lavoro, fattore importante da considerare per operatori chiave come infermieri e medici. Ora la sperimentazione proseguirà per permettere ai ricercatori di appurare se due iniezioni di vaccini diversi producono risultati migliori o peggiori di due dosi dello stesso prodotto. Lo studio potrebbe essere la soluzione per alleggerire la pressione sui produttori di vaccini e per rispettare i tempi dei piani di profilassi in caso di ritardi delle consegne. Gli stop nei rifornimenti hanno provocato tensioni, spingendo l’Unione europea a introdurre controlli sulle esportazioni per garantire la copertura ai cittadini comunitari. Ma se i vaccini possono essere combinati, allora i Paesi sarebbero più disponibili ad aiutarsi l’uno con l’altro redistribuendo le forniture in eccesso.

EPATITE

Mescolare i vaccini per creare una risposta immunitaria rafforzata è comune per le inoculazioni che mirano a debellare malattie come l’epatite A e B. Combinare i vaccini può aumentare la risposta immunitaria perché il secondo vaccino non sarà limitato da qualsiasi immunità che il corpo ha costruito con la piattaforma consegnata dal primo vaccino. Entrambi i vaccini di AstraZeneca e Pfizer mirano alla proteina spike che il virus usa per entrare nelle cellule. Il vaccino della casa farmaceutica britannica è portato da un adenovirus indebolito di scimpanzé, mentre il vaccino della società statunitense utilizza materiale genetico chiamato RNA messaggero. I responsabili dello studio di Oxford affermano che la loro è la prima prova di combinazione a livello globale, ma a febbraio è partita anche una sperimentazione in Russia che mescola il vaccino AstraZeneca con lo Sputnik V in Azerbaigian e negli Emirati Arabi Uniti.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 13 Maggio 2021, 17:56
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