Numero italiani vaccinati tempo reale: 259 mila, in un giorno 70 mila. Arcuri: «Ma ora Pfizer è in ritardo»

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La campagna di vaccinazione accelera. Sono 259.037 le vaccinazioni eseguite in Italia, il 54% rispetto alle 479.700 dosi consegnate per la prima tranche di vaccini Pfizer destinati all'Italia. Di queste, sono oltre 70 mila le somministrazioni effettuate martedì 5. I dati sono aggiornati alle ore 0.11 del 6 gennaio.

«Un numero che ci soddisfa, siamo secondi solo alla Germania, ora l'accelerazione deve continuare o accelerarsi ulteriormente», aveva detto il commissario all'emergenza Covid Domenico Arcuri al Tg1. Una parte delle 470 mila dosi della seconda scorta di dosi del vaccino Pfizer Biontech previste oggi nei vari hub vaccinali di tutta Italia non verrà recapitata e sarà spedita nei prossimi giorni. «Pfizer ha qualche ritardo, ha qualche aggiustamento da fare come è probabilmente comprensibile, si trova alle prese con una distribuzione molto complessa che riguarda tutti i paesi Ue, sono convinto che potranno presto normalizzarsi», ha quindi aggiunto Arcuri al Tg1.

Numero vaccinati in Italia ----> Dati in tempo reale

Sono le 7.20 del mattino del 27 dicembre 2020 quando all'Ospedale Spallanzani di Roma ha inizio la campagna di vaccinazione italiana. Proprio da quell'ospedale divenuto sin dai primi mesi uno dei principali protagonisti mediatici della pandemia da Covid-19. Ad oggi oltre 247 mila per la precisione, il numero di vaccinazioni che hanno seguito quella dell'ormai celebre infermiera 29enne Claudia Alivernini.

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Il caso Lombardia

Degno di nota lo slancio di vaccinazioni nella regione Lombardia che con 9.167 vaccinati, ha iniettato l'11,4% dei sieri a disposizione. Un numero sorprendente questo se si considera che lo scorso 2 gennaio l'efficienza della regione viaggiava intorno al 3%, nel pieno delle polemiche.

L'assessore al Welfare, Giulio Gallera, aveva parlato in quell'occasione di «polemiche pretestuose» e «ingustificate», dal momento che i ritardi nelle vaccinazioni erano dovute ai «giorni festivi» intermedi.

Ma lo sprint lombardo non archivia le tensioni con il governo. «Se la Regione a guida leghista - che aveva già combinato disastri con la vaccinazione anti influenzale - non è in grado di attuare quella contro il Coronavirus, è giusto che subentri lo Stato esercitando i poteri sostitutivi», ha detto il viceministro dell'Economia Antonio Misiani, che lo ha scritto in un post su Facebook aggiungendo che «la salute dei lombardi è troppo importante per continuare a lasciarla in mano a chi ha fallito». 

«Quartultima - ha sottolineato Misiani -. Dopo Molise, Calabria e Sardegna. È la posizione della Regione Lombardia come quota di vaccini somministrati in rapporto alle dosi consegnate: 11,4%, a fronte del 38,1% medio nazionale (e le punte del 67,7% della provincia autonoma di Trento e del 63,3% del Lazio)». E da questo dato, Misiani è partito per criticare i vertici della Regione, anche in vista di possibili cambi in squadra. «Il presidente Fontana - ha osservato - può fare tutti i rimpasti di Giunta possibili e immaginabili. L'assessore Gallera è perfetto, come capro espiatorio. Avrebbe dovuto dimettersi da mesi. Lo farà adesso, su richiesta del presidente Fontana e con il via libera decisivo del suo dante causa: Matteo Salvini». «Ma il problema - è convinto - è nel manico: una gestione della sanità lombarda catastrofica, una classe politica che in Regione comanda ininterrottamente da più di vent'anni e che si è dimostrata per l'ennesima volta incapace di ammettere i propri errori e men che meno di porvi rimedio». «Il programma di somministrazione dei vaccini - ha aggiunto l'esponente bergamasco del Pd - è vitale per uscire dall'emergenza COVID-19. A maggior ragione lo è in Lombardia, che detiene il tragico primato per numero di decessi». 

 

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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 6 Gennaio 2021, 12:48
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