Scatta l’operazione terza dose per gli over 80, gli ultra fragili e per gli ospiti delle Rsa, le residenze sanitarie assistenziali. Non c’è ancora una decisione per gli operatori sanitari, sono necessari ulteriori approfondimenti per valutare se occorra prevedere una dose di rafforzamento della protezione di tutti i medici e gli infermieri. Si parte però con la terza dose agli operatori sanitari che rientrano nelle categorie a rischio: per la loro età e per eventuali patologie come il diabete.
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Terza dose, il vertice
Ieri pomeriggio si è svolta una riunione straordinaria del Cts, il Comitato tecnico scientifico. Oggetto: un quesito della struttura commissariale diretta dal generale Francesco Figliuolo in cui si faceva riferimento all’indicazione dell’Aifa (agenzia italiana del farmaco) che aveva espresso parere favorevole alla dose di rinforzo per una serie di categorie. Si tratta di soggetti in condizione di immunosoppressione, over 80, ospiti delle Rsa e operatori sanitari. Per i primi la somministrazione della terza dose è già cominciata, serviva una decisione per tutte le altre. Su over 80 e Rsa la posizione è stata univoca. I segnali che arrivano dalle Regioni mostrano una fase di ripresa dei contagi, sia pure ancora molto limitata e con conseguenze non gravi, tra questi soggetti. Coloro che sono stati vaccinati a gennaio e febbraio presentano una graduale diminuzione della protezione dall’infezione fornita dal vaccino. Poiché gli anziani sono i soggetti maggiormente a rischio, con tassi di letalità più alti, i componenti del Cts hanno concordato sulla necessità di partire subito con la somministrazione delle terze dosi. Nel caso degli ospiti delle Residenze sanitarie assistenziali, comunque, non c’è un limite di età, visto che comunque si tratta di soggetti in condizioni di fragilità. La terza dose non sarà somministrata a tutti, ma solo a coloro che hanno concluso il percorso vaccinale nell’arco temporale degli ultimi 6-12 mesi (formalmente c’è questa dicitura, ma al massimo un over 80 può essere stato vaccinato 8-9 mesi fa, visto che la campagna è cominciata all’inizio del 2021). Detta in altri termini: se un ottantenne, per qualsiasi ragione - di salute o per scelta - ha ricevuto la seconda dose un mese fa, non avrà subito la terza, ma dovrà aspettare che trascorrano almeno sei mesi.
Fin qui il parere del Cts, che però non ha ancora dato il via libera alla dose di rinforzo per tutti gli operatori sanitari, limitadonsi a quelli più a rischio per età o condizioni di salute.
Scorte
Nei frigoriferi, comunque, già vi sono oltre 11 milioni di fiale ancora da utilizzare. Vero è che, come ha sottolineato Speranza, c’è un aumento delle prime dosi - vale a dire delle persone che hanno deciso di vaccinarsi in questi giorni - ma comunque c’è ampio margine per completare l’operazione “rinforzo” senza troppi problemi. Gli immunocompromessi sono circa 3 milioni. Gli over 80 già vaccinati con due dosi sono invece 4,2 ma va sempre tenuto conto che ci può essere sovrapposizione tra la prima e la seconda categoria. Il problema da affrontare nei prossimi giorni non sarà collegato al numero di vaccini a disposizione, ma piuttosto alla necessità di un’opera di informazione efficace: potrebbe rivelarsi non così semplice spiegare a un anziano che deve tornare a vaccinarsi, magari nello stesso giorno in cui riceverà anche l’antinfluenzale.
Ultimo aggiornamento: Domenica 26 Settembre 2021, 12:28
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